• 07/10/2023
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Il debutto al PalaCosta contro i Lions raccontato dal capitano Francesco Bedetti

Siamo al debutto ufficiale al PalaCosta: quali sono le tue sensazioni per la prima di campionato davanti ai vostri tifosi?

“Sicuramente questo è un appuntamento che ci deve dare un grande stimolo. A Lumezzane eravamo un po’ contratti perché era il nostro debutto in campionato e siamo una squadra giovane: il fatto di giocare domenica in casa con i nostri tifosi, deve essere una cosa che ti dà una spinta ulteriore e, quindi, dovremo farci trovare pronti.
È dobbiamo farci conoscere anche da chi ancora non è venuto a vederci durante le amichevoli o in Supercoppa. Secondo me, l’atteggiamento che mostreremo in campo sarà un po’ il nostro biglietto da visita.
Dobbiamo mettere in atto quello che il coach ci chiede e, soprattutto dal punto di vista del dell’atteggiamento, dobbiamo farci trovare pronti, vogliosi ed agguerriti, indipendentemente dall’andamento della partita; se riusciremo in questo, il pubblico poi andrà di conseguenza.
Le cose possono venire bene o meno, ma questo approccio non deve mancare mai e deva essere proprio il nostro punto di forza costante, soprattutto in casa, dove poi il pubblico sarà disponibile e pronto a darti una mano nei momenti magari di maggiori difficoltà e ci spingerà ad aumentare la nostra carica emotiva”.

Tu hai un ruolo importante, sei il capitano della squadra e devi essere la guida dei tanti ragazzi giovani, sicuramente promettenti, ma che non hanno la tua esperienza; tu e Mitja Nikolic sarete i fari di riferimento dal resto della squadra.
Quali sono gli obiettivi che ti sei posto, appunto, per essere, oltre che un capitano, anche un faro affidabile per i tuoi compagni?

“Ti dico la verità, cerco sempre di essere me stesso. a livello personale, mi comporto con i compagni come con gli amici nella vita quotidiana.
Essendo una squadra giovane e completamente nuova, stiamo ancora imparando a conoscerci nelle nostre diverse sfaccettature. È ovvio che durante la pre-season viene tutto un po’ più facile perché non c’è la tensione dovuta alla necessità di vincere per guadagnare punti per la classifica
Adesso si inizia a fare sul serio.
Io dovrò essere bravo a mantenere il controllo nel caso in cui ci possano essere delle situazioni di difficoltà e lo stesso vale per Mitja Nikolic che ha ancora più esperienza di me perché ha giocato in campionati molto più importanti e ha vissuto situazioni che io magari ho visto solo in televisione.
Però ti dico la verità: questi ragazzi mi sembrano belli vogliosi, non penso che abbiano bisogno di troppi consigli. Ovvio che dovrò essere io il primo che, nei momenti in cui qualcuno si dovesse trovare in difficoltà, a farsi trovare pronto per dare una mano sia per il ruolo di capitano che per un discorso caratteriale.
Ma ripeto: i miei compagni mi sembrano tutti belli carichi, con tanta voglia di fare bene e con grande disponibilità a stare insieme. Stiamo tutti remando nella medesima direzione: poi dopo c’è la partita che è una conseguenza di quello che si fa e si vive durante la settimana in allenamento.
Naturalmente poi c’è Massimo Bernardi che ha il compito, e l’esperienza, per gestire una squadra così giovane. Ci “spalleggeremo” vicendevolmente, e a volte avrò bisogno di supporto anch’io quando farò degli errori, oppure sarò un po’ sfiduciato.
I ragazzi capiranno, strada facendo, il livello del campionato e si renderanno conto che hanno il potenziale per fare bene a questo livello; e non ci sarà neanche troppo bisogno di darsi particolari aiuti!”.

Giocare in una squadra così nuova e con tanti giovani che sensazioni ti dà? Ti fa sentire il peso e la responsabilità della tua età o ti regala più energia e la sfrontatezza tipica di chi è all’inizio inizia della carriera?

” Ti dico la verità: io sono uno abbastanza esuberante a livello caratteriale, quindi non ho percepito tutta questa differenza.
Sono sempre stato un agonista quindi, anche quando ero più giovane, difficilmente vedevo in quelli più grandi più motivazioni o più carica di quella che avevo dentro.
Io tendenzialmente a livello emotivo tendo a essere sempre bello presente ma mi ricordo bene che, quando ero più giovane, in partita per me era importante iniziare bene.
Cedo che questa cosa valga anche per i miei compagni di oggi: se metti subito una bomba o fai una bella difesa o una schiacciata questo ti fa alzare la carica emotiva e l’autostima così la partita tende a prendere una piega positiva
Per il fatto che siamo così giovani sarà determinante non farci condizionare troppo nel caso le cose non iniziassero nel migliore dei modi.
Non bisognerà deprimersi e buttarsi giù come capitava anche a me alla loro età: magari parti male e fai due o tre errori e allora ti sembra che la partita sia già indirizzata male, ma il match dura quaranta minuti ed il basket è uno sport dove è normale sbagliare.
Alla fine vince chi fa meno errori.
Comunque vedo la squadra già bella arzilli e pronta per affrontare bene questo nostro debutto in casa! “.


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