• 10/05/2019
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Rassegna stampa 10 maggio: Corriere dello Sport/Stadio

di Luca Corsolini
Erano partite in 8: otto squadre su sedici del girone Est di A2
erano della stessa regione, l’Emilia Romagna. Cosa e quanto voglia dire lo si può capire riassumendo il mercoledì di tre squadre e, soprattutto, tre tifoserie: la Fortitudo, la sua gente, ha fatto festa, di nuovo, e giustamente forse non ha nemmeno finito di riempire l’agenda di appuntamenti del genere; trecento centesi erano a Castellanza per seguire la Baltur nella gara 5 della semifinale
playout, primo passaggio per una salvezza per cui abbiamo tifato tanti, sapendo quanto sia costato, e non solo in termini economici, questo primo campionato di Serie A a una squadra e una società perennemente in trasferta, costrette a vivere l’incubo di una promozione invece che il sogno di un risultato meritato; c’erano tanti tifosi di Forlì in trasferta, e non pochi di meno all’Unieuro Arena per spingere anche col pensiero il gruppo di Marcelo Nicola nell’ultimo appello contro Rieti. Adesso, di quelle otto, resta
in campo solo la Bakery Piacenza che si è meritata qualche giorno di vacanza prima di incontrare l’Axpo Legnano nella finale dei playout, in palio la salvezza. Insomma, in attesa di avere notizie dalla B, la
contabilità dice che abbiamo perso una squadra, forse ritrovando un gruppo. Nella serie con Legnano, la Baltur Cento ha pagato dazio nelle prime due partite in trasferta, e si sa che playoff e
playout non sono diversi, cominciano veramente quando
una delle due vince in trasferta e ribalta il tavolo. In casa,
ovvero al PalaSavena che forse non sarà nemmeno un buon ricordo, sono arrivate due vittorie nette, è persino tornato ad avere percentuali all’altezza White, la stella. Normale che contro Legnano, in un finale punto a punto, sia toccato a lui l’ultimo tiro: peggio dell’errore, si può dire oggi, aver lasciato tempo a sufficienza agli avversari per un’ultima replica, fatale. Ma per tutti, giocatori e società, tifosi anche, sono arrivate le coccole non di maniera di Luca Bechi,il coach del riscatto: «Sono fiero di voi. La sofferenza che sentiamo oggi, sia un punto di partenza. A testa alta, baldi e fieri».
Non ha avuto la stessa serenità km più sud Marcelo Nicola, anche lui coach subentrato in corsa a un collega. Le ambizioni di Forlì si sono scontrate con Rieti anzi tutto, poi con un organico decimato dagli infortuni che forse hanno rallentato pure la crescita definitiva di un gruppo ambizioso rimasto, suo malgrado, incompiuto. «Nonostante tutti i problemi che abbiamo avuto – ha detto
Nicola, spendendo parole sincere per ringraziare, tra tutti,
lo staff medico in particolare – siamo stati capaci di rialzarci dallo 0-2 con cui abbiamo iniziato la serie, è stato quello un grande sforzo. In gara 5 non siamo stati capaci di reagire».
E così si torna all’inizio, all’incoraggiamento per la Bakery, al sei di stima per Ravenna che entrata nei playoff ne è
uscita presto, forse però seminando qualcosa che tornerà buono in futuro. Uguali valutazioni si stanno facendo a Imola, soprattutto, pensando e ripensando ai tanti finali che hanno compromesso la
qualificazione per i playoff, a Piacenza in casa Assigeco e a
Ferrara, dove di campionati ne hanno vissuti due, con la squadra rimessa in pista da Spyro Leka e anche dall’arrivo di giocatori più e meglio capaci dei loro predecessori di capire il contesto nel quale si trovavano, impegnati a coinvolgere il gruppo e non a fare i capricci come Mike Hall. In attesa di notizie dalla serie B, ci sono rimaste sei squadre e, verosimilmente, le stesse ambizioni: è
un campionato di casa nostra, forse per questo così difficile.


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