• 21/11/2018
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Rassegna stampa 21 novembre: Il Resto del Carlino

Il big match del girone Est di A2, in programma domenica prossima, sarà inevitabilmente la sfida Fortitudo Bologna- OraSì Ravenna. Un match da sempre molto sentito dalle tifoserie e che quest’anno assume un sapore particolare, perchè a guidare la Effe è quel coach, Antimo Martino, che negli scorsi anni ha portato in alto il basket ravennate. Un allenatore amatissimo dai tifosi ravennati. E ora, a guardare i risultati del campo, la Fortitudo di Martino sembra imbattibile: finora ha macinato avversari su avversari centrando 8 vittorie su 8 gare giocate. L’ultima delle quali, in ordine cronologico, sul campo del Montegranaro, secondo in classifica – capace di infliggere una pesante sconfitta casalinga
all’OraSì – e battuta dalla Effe a domicilio senza fare una piega.
Coach Martino, com’è cambiata la sua vita da quando è a Bologna?
«Devo dire che la routine quotidiana è sempre la stessa e non ho notato grandi stravolgimenti nel lavoro di tutti i giorni. E’ tutto il contorno ad essere diverso. C’è molta più partecipazione. Faccio più interviste, più interventi alla radio, anche apparizioni televisive, e per strada vengo spesso fermato dai tifosi. Il rapporto con Ravenna «E’ un legame stretto e in particolare col presidente Vianello a cui voglio bene. In ogni angolo di questa città si respira pallacanestro». In fondo è per questo che ha accettato in estate l’offerta della Fortitudo. «Dal mio punto di vista era un’occasione da cogliere al volo e con coraggio. Sapevo di andare incontro a tutto un altro tipo di ambiente e di pressione rispetto a Ravenna, ma era una sfida che volevo accettare. Sapevo anche che giocare per vincere, e per un numero così alto di tifosi, poteva mettere addosso qualche pressione, ma sono convinto che sia anche la cosa bella del nostro lavoro, da affrontare con coraggio ed ambizione. Pertanto sto cercando di viverla come un’opportunità».
In quale rapporto è rimasto col presidente Vianello?
«Abbiamo un rapporto di amicizia che va ben oltre il basket. So che la mia partenza ha generato un dispiacere, ma ci siamo subito chiariti e i rapporti umani non sono mai venuti meno. Questa estate mi ha invitato alla festa del suo compleanno e ci siamo rivisti in occasione delle amichevoli estive. Ci siamo sempre abbracciati come vecchi amici, perché è una persona alla quale vorrò sempre bene».
Parlava di pressione. Ce n’è molta intorno alla Fortitudo? Come la vive?
«Qui a Bologna, e in particolare in casa Fortitudo, la pallacanestro viene vissuta in maniera molto intensa dall’ambiente e dai tifosi. La società però è stata molto disponibile nei miei confronti. Mi ha messo in condizione di costruire liberamente la squadra e non ha mai esasperato l’aspetto della pressione. Però è chiaro che se sei una persona intelligente, capisci subito che in un posto come questo le aspettative sono altissime e non le puoi ignorare. Sono tanti anni che la Fortitudo vuole
tornare in serie A». E dopo avere battuto anche Montegranaro sembrate i predestinati alla promozione.
«È stata una partita tirata contro una squadra che mi incuriosiva. Non vedevo l’ora di affrontarla dal vivo, perché volevo conoscere il suo potenziale. Credo che manterrà la classifica che occupa attualmente,
perché si tratta di una formazione solida e ben allenata. Pertanto la nostra vittoria mi fa ancora più piacere. Nelle prime 8 giornate abbiamo giocato 5 volte fuori casa e abbiamo sempre fatto risultato, anche in campi non facili quali Verona, Treviso e Montegranaro. Adesso però non bisogna assolutamente
perdere la concentrazione, perché vorremmo centrare la promozione senza passare per i playoff».
Cosa è cambiato «E* chiaro che a Bologna si vive per il basket, c’è più pressione ma non mi pesa» E delle squadra ravennate cosa ne pensa? «Dopo un avvio difficile, mi sembra che adesso le cose si siano rimesse a posto e sono contento di questo, perché è una società a cui tengo molto».
Cosa teme maggiormente dei giallorossi?
«Volendo fare un’analisi molto semplicistica dico un giocatore come Smith che risulta centrale per la squadra. Lo dicono le statistiche: prende più di 20 tiri a partita, che sono veramente tanti. Limitarlo
sarebbe importante, ma sappiamo che Smith i suoi punti li farà ugualmente quindi, come ho sempre fatto, cercherò di concentrarmi sull’intera squadra, cercando di arginare anche le altre ‘bocche da fuoco’ del gruppo giallorosso. Mi concentrerò sul sistema di gioco più che sul singolo giocatore».
Dove può arrivare quest’anno l’OraSì secondo lei?
«Credo che la squadra di Ravenna abbia le qualità e il roster per ambire ad un posto nei playoff. In quale tipo di fascia però non sono in grado di dirlo adesso. Servirà qualche altra giornata per capire meglio i valori delle squadre in campo. Comunque io le auguro sicuramente il meglio>>. (stefano pece)


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