Match Report U17E @ Medicina


Virtus Medicina – Basket Ravenna 76 – 51

Dall’Ara Dario
min. 27
pt 7
T2 3/10
T3 0/0
 TL 1/1
PRR 3
P/M -26
VAL  2
Soverini Nicolò
min. 21
pt 4
T2 1/5
T3 0/0
 TL 2/4
PRR 2
P/M -12
VAL  1
Cardia Fabio
min.14
pt 0
T2 0/0
T3 0/0
 TL 0/0
PRR -1
P/M -11
VAL -5
Briatore Luigi
min.15
pt 3
T2 1/3
T3 0/0
 TL 1/4
PRR 6
P/M -9
VAL  5
Vecchi Alessandro
min.23
pt 4
T2 1/6
T3 0/0
 TL 2/2
PRR 5
P/M -19
VAL  3
Fabbri Federico
min.34
pt 13
T2 5/10
T3 1/4
 TL 0/2
PRR -1
P/M -12
VAL  1
Emiliani Matteo
min. 7
pt 0
T2 0/0
T3 0/1 
 TL 0/0
PRR -1
P/M -5
VAL -1
Bartolotti Matteo
min.16
pt 11
T2 2/5
T3 1/3 
 TL 4/6
PRR 2
P/M -5
VAL  4
Milio Pietro
min.17
pt 2
T2 0/3
T3 0/1 
 TL 2/4
PRR -3
P/M -10
VAL -3
Montaguti Francesco
min.26
pt 6
T2 2/3
T3 0/0 
 TL 2/4
PRR  8
P/M -17
VAL  15
SQUADRA
pt 51
T2 15/45
T3 2/9
  TL14/27
PRR 20
P/M -25
VAL 22

Vincere e mentalità vincente
Non sempre nel percorso del settore giovanile lo sviluppo di una mentalità vincente coincide con la vittoria. Chiariamoci: non sto assolutamente affermando che perdere sia formativo, se non in specifiche e circostanziate situazioni… le vittorie danno convinzione, fanno morale, trasmettono fiducia: su questo non ci piove! Però, in certe fasi del percorso di crescita di un gruppo può essere più utile e funzionale alla propria maturazione confrontarsi da vicino con ciò che manca o che non è ancora al meglio, piuttosto che appoggiarsi su sicurezze tali solo all’apparenza.
Mi spiego meglio: ci stiamo confrontando con squadre generalmente più fisiche. Un dato che a volte si concretizza in un gap di centimetri, altre volte in un deficit di atletismo, più spesso in entrambi questi aspetti. Dobbiamo capire, individualmente e collettivamente, quali risorse possiamo attivare per colmare questo gap. Alcune sono solo risorse potenziali, perché solo con il tempo ed il lavoro tecnico e fisico riusciremo ad attivarle. Altre possono essere risorse molto più immediate, a patto che ci sia coscienza comune su dove indirizzare gli sforzi. La principale tra queste è la disponibilità alla fatica. Oggi siamo un gruppo che, nella sua risultante collettiva, è disponibile a soffrire il giusto. “No pain, no gain!” direbbero di là dall’oceano… ma il nostro, per quanto sempre anglofono, “work hard, play harder” basta e avanza. Non vedo l’hard quotidiano: l’harder in partita c’è anche, ma sempre proporzionale a ciò che si fa quotidianamente. Se non diventiamo più feroci in allenamento, è inutile pensare che ci si possa inventare tali in partita! Se in allenamento annaspiamo, in partita accarezziamo anziché mordere!!! E la sensazione nel vederci giocare è proprio quella: sempre ad un maledetto centimetro dal fare la cosa giusta…, ma “prendere” quel centimetro è proprio l’essenza di tutto e trasforma lo sforzo (che pur tale è…) da perdente a vincente. Quando ognuno di noi si imporrà, ogni volta che viene in palestra, di sprintare per guadagnare un centimetro di campo, di saltare per guadagnare un centimetro sul ferro, di lottare per guadagnare un centimetro di area, di scivolare per guadagnare un centimetro di difesa, beh… quel giorno in cui tutti ci alleneremo sempre così, avremo costruito la nostra mentalità vincente! E a quel punto, vincere sarà solo una conseguenza che ci accompagnerà per tutta la vita…

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