Match Report U17 E vs Cà Ossi Forlì 40 – 52

Negli anni, ho avuto la gioia e la soddisfazione di allenare ragazzi dalle motivazioni e passioni smisurate: poterli guidare attraverso l’impegno quotidiano nel basket che conta è stato per me davvero più significativo di una vittoria. Ma non sempre sono stati percorsi facili. Con uno di questi ragazzi, a cui sono molto legato, iniziammo a lavorare insieme a 15 anni. Vedevo in lui delle qualità nitide, esattamente come le vedo in voi, e cercavo ogni giorno, in palestra, di trasmettergli la consapevolezza di queste qualità. Lui si allenava con ogni sua energia, finché ne aveva. Ogni volta dava il 110% e usciva dall’allenamento stremato. Quando arrivava in partita, avrebbe voluto spaccare il mondo, ma le cose non andavano così. Faceva una fatica pazzesca anche a fare le cose più semplici, incorreva in errori banali, si dannava su e giù per il campo senza incidere nel gioco. Spesso usciva dal campo con tanta rabbia da avere gli occhi lucidi; in quei momenti gli chiedevo di non abbassare la testa, come l’ho chiesto a voi ieri sera in spogliatoio a fine partita. Era intriso di buoni propositi e sentimenti, esattamente come tutti quanti voi: serviva solo azzerare subito la delusione del momento e ripartire già dall’ indomani con intatta determinazione ed entusiasmo. “Il quando non sta scritto e non riesco a dirti se servirà una settimana, un mese o un anno, ma sono certo che allenandoti come fai, quello che sai fare, uscirà…” E’ un discorso che gli ho fatto tante volte, per tanti anni che siamo stati insieme. E lui ci ha creduto, e non ha mai mollato un centimetro. Fino al giorno in cui si è trovato, quasi senza accorgersene, più forte degli altri. Quel giorno ha capito il valore del suo impegno e di avere davvero tante cose da dire sul campo: lo ha fatto con la Nazionale u18, lo sta facendo da protagonista in DNA. Sembra una favola d’altri tempi, ma quel ragazzo ha solo 6 anni più di voi, e vi è molto più vicino di quanto non crediate. Un giorno mi ha detto che si era scritto sulla pelle “never give up”. Se l’è scritto in piccolo, nascosto. Nessuna ostentazione. Se l’è scritto per lui, mi ha detto, per ricordarsi, ora che non può più contare sul mio apporto quotidiano, del valore delle esperienze che abbiamo fatto insieme negli anni. Se l’è scritto per il suo futuro. Ma, per una strana forma di empatia che tutti spesso sentiamo quando si è sul parquet, è un po’ come se quel tatoo lo portassi anch’io… e oggi, certo che lui sarebbe d’accordo, lo voglio trasmettere a voi.

 “So…, never give up, guys!!!””

Mauri