• 20/02/2019
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Rassegna stampa 20 febbraio: Il Resto del Carlino

Tommaso Marino, classe 1986, è alto 192 centimetri, arriva dalla Mens Sana Siena • Ravenna TOMMASO Marino sembra essere arrivato al momento giusto perché la vittoria nel derby con Imola può davvero cambiare la velocità di marcia dell’OraSì in vista della volata playoff. Marino intanto si gode la gioia del debutto, ma tiene alta la guardia. Com’è stato l’impatto con Ravenna? «Super. Sono arrivato col sole, sono andato al mare, l’accoglienza è stata stupenda e abbiamo anche vinto, non avrei potuto chiedere di meglio». Quando ha segnato il suo primo canestro il palazzo è esploso in un boato di gioia. «Forse aspettavano il canestro più loro di me. Io ero concentrato su ciò che dovevo fare in campo e avevo la testa solo a quello. Ma è ovvio che fare canestro piace a tutti. Il feeling col pubblico però è stato subito altissimo. Nel terzo periodo, quando siamo stati aggressivi, il pubblico ci è venuto dietro e ci ha dato una grande mano. Arrivando qui mi avevano detto che la squadra era un po’ in crisi e non sapevo bene che accoglienza aspettarmi. Credevo di trovare un palazzetto un po’ freddino invece è stato caldissimo e dal campo abbiamo percepito tutto questo affetto». con l’allenatore durante la partita. Mi sono trovato subito bene con lui». Ravenna aveva bisogno di un play che togliesse a Smith un po’ di responsabilità. «Ho parlato molto con Adam prima di entrare in campo. Arrivando in corsa a tre giorni dalla gara si cerca di memorizzare più schemi possibili, ma nella tensione Masciadri chirurgico, ha messo un canestro nel momento più difficile del momento può capitare di dimenticare qualcosa. Ho chiesto quindi ad Adam di rimanere sempre in contatto, di seguirmi e di parlarmi e devo dire che si è creato subito un bel feeling». Anche a Montano e Masciadri potrebbe giovare la presenza di un regista che sappia metterli in ritmo. «Hanno giocato entrambi una grande partita, come del resto Gandini. Masciadri è stato chirurgico. Nel primo tempo siamo scesi a -10 e serviva un canestro per fermare l’emorragia. Lui l’ha messo ed è stato sempre positivo per tutta la gara. Con Montano ricordo questo episodio: nel secondo tempo gli ho servito un pallone raccomandandogli di giocarla, lui invece ha tirato e ha fatto canestro. Gli ho detto «sei un pazzo» – ride – , però è stata quella tripla a spezzare in due la partita». E stato emozionante affrontare il suo amico Emanuele Rossi? «È stato un bene affrontarlo subito. Se fosse arrivata in un momento normale ci saremmo sentiti e Lele l’avrebbe caricata di emozioni e significati perché è più emotivo di me. Invece così non ho avuto nemmeno il tempo di pensarci. Lele comunque resta un fratello per me. Con lui ho passato cinque anni molto intensi a Treviglio. È stato strano vederlo in campo con la maglia rossa, ma sono contento per lui perché sta facendo una bella stagione».
Mazzon cosa le ha chiesto? «Di fare quello che so fare. Aiutare la squadra e gestire il ritmo del gioco. Mi piace Mazzon perché è un tecnico che parla costantemente coi suoi giocatori e io sono uno che ha bisogno di comunicare, è un allenatore che parla costantemente, Ora Mantova. «Mantova è importante. Domenica scorsa siamo stati bravi ad andare 2-0 con Imola, siamo già 2-0 con Piacenza e sono due situazioni che possono tornare utili. Salire 2-0 anche con Mantova sarebbe una svolta importante. Il fatto di avere vinto una bella partita ci deve aiutare a fare una settimana di qualità e domenica andare in campo sereni». Stefano Pece


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