Rassegna stampa 24 dicembre: Corriere Romagna
RAVENNA AGOSTINO GALEGATI
Quindici minuti non bastano, quando Treviso cambia passo in questi ultimi due mesi devono alzare tutti bandiera bianca. È stata una buona OraSì fino a quando ha tenuto come attenzione e tenuta fisica, poi il parzialone di 24-4 ha piegato le gambe ai giallorossi che però sono di fatto rimasti in partita con le unghie e con i denti affidandosi ai due giocatori più in forma, Hairston e Laganà, nonostante uno Smith pallidissimo fantasma di quello visto in tante occasioni. Per la guardia americana 4 punti in 33 sterili minuti con un -5 di valutazione. Oltre a questo a pesare ancora una volta una presenza a rimbalzo che è via via evaporata fino al -14 finale (38, di cui 11 offensivi, a 24). Alla fine troppo pochi i 62 punti (di cui 48 suddivisi tra Laganà, Hairston e Montano, con quest’ultimo a segnare il -7 che aveva tenuto accese le speranze).
È questo il fattore determinante che il tecnico Andrea Mazzon individua per spiegare la sconfitta. Ravenna ha perso molti duelli individuali quando i vari Tessitori, Chillo, Uglietti, Alviti, e i due americani, hanno spinto su questo aspetto. «Quando giochi contro l’avversaria che viene da sette vittorie consecutive ti aspetti contatti, duelli che vanno al di là di quello che prepari durante la settimana e viene quindi fuori questo tipo di inesperienza a questo livello. Però sono orgoglioso di quanto abbiamo fatto perché nonostante le nostre brutte percentuali al tiro da fuori, 0/7 a fine primo tempo e 1/12 al 30′ siamo rimasti a contatto. Poi sono subentrati i problemi di falli e l’uscita di
Hairston. Dobbiamo rimanere positivi, anche con Jurkatamm abbiamo fatto bene, ma lo sforzo fisico ci ha portato a sbagliare molto nell’altro lato del campo».
Dopo il ko interno con Verona il Veneto si dimostra ancora una volta avaro. «Le due ultime avversarie sono legate da una caratteristica in comune, quella di una programmazione pluriennale che sono convinto le porterà nuovamente ai vertici del basket italiano, allestendo roster importanti, superiori al nostro, e che dovevano costituire un faro perle altre società se vogliono migliorare. Hanno aggiunto credibilità e giocatori di qualità come Wayns che conosco per averlo visto a Philadelphia e sta tornando quello che ha fatto bene in Nba ed è difficile da marcare per tutti”.