• 21/12/2018
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Rassegna stampa 21 dicembre: Il Resto del Carlino

SALVATORE Poma, siciliano, trent’anni appena compiuti, è stato collaboratore di Mazzon nel finale
della scorsa stagione a Capo d’Orlando e da quest’anno è il preparatore atletico della prima squadra
dell’OraSì Ravenna. Mentre la squadra si avvicina alla sfida di domani alle 21 a Treviso approfondiamo il suo lavoro a Ravenna.
Salvatore, che cosa le ha fatto accettare Ravenna?
«Ho svolto le mie esperienze lavorative tutte nella mia Regione fra Trapani e Palermo ed era arrivato il momento di cambiare. Quando mi hanno proposto Ravenna non ci ho pensato nemmeno un minuto prima di accettare. Per prima cosa tutti mi avevano detto che qui si lavora benissimo, e il secondo motivo è stata la presenza di Trovato e Mazzon, persone con cui avevo già lavorato (con Trovato a Trapani) e con cui mi ero trovato molto bene».
Come si trova a Ravenna?
«Molto bene perché è una città nella quale ci si si può muovere agevolmente anche in bicicletta. Il mio impegno qui è a tempo pieno pertanto ho bisogno di raggiungere il palazzetto in tempi brevi».
In che cosa consiste il suo lavoro? «La società mi ha messo a disposizione uno spazio (la nuova sala pe-
si) che ho organizzato in maniera autonoma e dove posso ottimizzare
tempo e lavoro. Posso infatti organizzare gruppi di lavoro ristretti con un paio di giocatori alla volta in modo tale da seguirli al meglio. Qualitativamente è meglio seguire un giocatore individualmente piuttosto che in un gruppo molto ampio. Io sono il punto di contatto tra staff medico e staff tecnico».
I giocatori seguono i consigli?
«Sono tutti molto disponibili. In sala pesi puoi vedere il giovane di 18 anni che lavora sodo perché vuole diventare un professionista vero, ma anche il giocatore che ha passato i 30 che lavora con la stessa intensità. Ognuno ha il proprio programma individuale al quale attenersi e lo fanno tutti con impegno».
Laganà ad esempio è un giocatore che ha bisogno di un lavoro differenziato. Come si procede in questi casi? «Laganà si porta dietro alcune problematiche antipatiche più che gravi, perché l’unica stagione che ha giocato per intero, causa infortuni, è stata quella dell’anno scorso. Per questo tipo di problematiche si svolgono dei test pensati insieme allo staff medico e si organizzano di conseguenza volumi di lavoro mirati. La comunicazione e il confronto con lo staff medico non debbono mai mancare».
Stefano Pece


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