• 18/12/2018
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Rassegna stampa 18 dicembre: Il Resto del Carlino

Tutto sommato i 12 punti di differenza sono una punizione fin troppo severa per l’ÒraSì vista domenica
al ‘PalaDeAndrè’ contro Verona. È vero che tra le due squadre esiste una certa differenza di
talento e potenziale, ma a parte quell’inizio di partita in cui la palla non ne voleva sapere di entrare
nel canestro difeso dai veneti, la squadra giallorossa ha saputo lottare alla pari e ha saputo adeguarsi
alle scelte di gioco degli scaligeri mostrando buoni segnali. E in particolare Josh Hairston ha confermato il buon momento di forma nella produzione offensiva, mettendo a referto 16 punti e 5
rimbalzi. «Sapevo che sarebbe stata una partita molto difficile – ammette il centro dell’OraSì – Verona è una squadra dotata di grande talento che sta giocando molto bene in questo momento e le sei vittorie
consecutive sono lì a dimostrarlo. Ci siamo battuti duramente e siamo arrivati molto vicini a
riprenderli due-tre volte nel corso della partita, peccato non esserci riusciti».
La sofferenza nel primo quarto è diventata quasi una costante di questa squadra. Amato è stato lasciato
un po’ troppo libero di agire e ha messo subito a segno tre ‘bombe’ che, unite allo strapotere di Candussi sotto le plance, hanno piegato le gambe ai giallorossi. E il rendimento offensivo è stata l’altra nota dolente del primo quarto. «Non direi che abbiamo iniziato troppo piano – sottolinea ancora Hairston – Verona ha segnato tanti canestri, mentre noi ne abbiamo sbagliati diversi, credo che la differenza alla fine sia tutta lì». L’americano numero 1 dell’OraSì prosegue nella sua analisi: «Siamo stati un po’ affrettati in alcune
azioni d’attacco e questo è un fatto. È vero che forse ci siamo impuntati troppo con le soluzioni dal perimetro, e ci è andata male, ma è anche vero che nonostante tutto siamo riusciti a recuperare
due volte. Poi Verona è una squadra molto forte e nel finale ha impresso il suo ritmo, ma non direi
che noi abbiamo giocato male».
Sulle sue cifre in miglioramento invece Hairston la pensa così: «Non mi interessano i numeri personali
se non vinciamo. Mi interessa invece che la squadra vinca: se segno tanto e poi perdiamo
non sono per nulla contento. Ci stiamo ancora conoscendo a vicenda e sto imparando qualcosa
di più ogni giorno. Come squadra Non siamo ancora dove vogliamo essere, ma sono convinto che ci arriveremo». Ma ecco che sulla strada dei giallorossi si presenta subito un altro scoglio veneto, forse ancora più duro del precedente. «Treviso sarà indubbiamente un avversario molto duro, soprattutto in casa sua – conclude lo statunitense che difende i colori ravennate – Allora noi dovremo entrare in campo concentrati e pronti a lottare per tutti e 40 i minuti, qualunque cosa accada intorno a noi».
Stefano Pece


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