• 23/10/2018
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Rassegna stampa 23 ottobre: Corriere Romagna

MAURIZIO CORENI Secondo passo falso consecutivo per l’OraSì che a Cagliari cade al cospetto di un’avversaria volonterosa ma nulla di più. Meriti alla Hertz che non si è arresa di fronte al -16 del 21′, ma la sconfitta così pesante per tutto l’ambiente è stata frutto anche dell’attuale fragilità dei ragazzi di Mazzon. Amareggiato il presidente Vianello che ha preferito non rilasciare nessun commento, mentre il giorno dopo, a mente fredda, parla il direttore generale Julio Trovato. «Come tutta la società sono profondamente amareggiato e deluso per la sconfitta, ma voglio riconoscere che la squadra vista a Cagliari ha ripreso almeno in parte quell’atteggiamento positivo che l’aveva contraddistinta nel pre-campionato: buona partenza, la lotta su ogni pallone e un gioco di sistema. Poi si perde anche perché Cagliari ha trovato alcuni canestri anche fortunosi mentre noi abbiamo sbagliato tiri con i piedi per terra. A quel punto la squadra si è impaurita smettendo di giocare come era stata capace di fare in precedenza, affidandosi alle iniziative dei singoli che alla fine non hanno pagato». Analizzando le cifre, salta all’occhio la serata negativa al tiro di Smith e la latitanza dei cosiddetti “vecchi”, incapaci di fornire al gruppo quelle certezze che l’andamento del match a un certo punto richiedeva. «È vero, l’apporto dei giocatori più esperti è mancato, ma sarebbe sbagliato parlare dei singoli piuttosto della squadra che non è stata fortunata ma non può fare altro che lavorare. Forse occorrerà più tempo del previsto dopo le previsioni ottimistiche che erano scaturite dalle gare contro formazioni più forti della nostra, ma dobbiamo solo pensare al futuro senza farci intimorire dalle difficoltà attuali». Il dirigente giallorosso allarga il concetto. «I risultati non confacenti alle ambizioni della società e dei tifosi giustificano pienamente la delusione generale e la pressione nei nostri confronti, ma in questa situazione non è facile per i giocatori, soprattutto i più giovani uscire da questo tunnel». Il calendario parla però di Cento, Udine e Forlì nell’arco di dieci giorni e se il motto ‘quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare’ può essere solo una banale frase da cinema, è altrettanto indispensabile che sia il credo di tutti i ragazzi della squadra: quello più genuino e aderente al desiderio dei loro tifosi.


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