Rassegna stampa 6 aprile: Corriere Romagna
RAVENNA MAURIZIO CORENI Mantova, Bergamo Jesi. In queste tre partite l’OraSì si gioca la stagione. I giallorossi ricominciano da Mantova dopo essersi rilanciati con la vittoria sulla squadra più in forma del campionato, la De’ Longhi Treviso. In quest’ottica, Giacomo Sgorbati analizza con una lucidità non comune per un ventenne, il percorso necessario per centrare i play-off partendo dal preziosissimo successo di lunedì. «Abbiamo disputato una gara molto concreta in cui per lunghi periodi siamo riusciti a giocare di squadra, la chiave nel corso dell’anno per riuscire a contrastare e spesso anche a battere formazioni più attrezzate e talentuose di noi. Quando tutto questo succede ovviamente risulta tutto più semplice e così, trovandomi di fronte Antonutti, non propriamente un fulmine come difensore. mi è venuto naturale attaccare il canestro, subire contatti fallosi e distribuire assist ai compagni». La buona prova corale, però, anche se ha ridato tranquillità, non rassicura del tutto. «Se vogliamo arrivare ai play-off dovremo provare a vincere sempre, ma è chiaro che se ritorneremo a giocare come abbiamo fatto ultimamente prima di lunedì difficilmente riusciremo nel nostro intento. In contrario potremmo invece riuscire a chiudere attorno alla posizione di fine andata». Il primo ostacolo si chiama Dinamica Mantova, una squadra importante affidata alle cure di Alberto Seravalli dopo l’esonero di Davide Lamma, che ha pagato le ultime cinque sconfitte consecutive che hanno costretto la società lombarda a rimettere i sogni di gloria nel cassetto. «L’impegno è senza dubbio difficile perché anche se è chiaro che dal punto di vista mentale ormai non hanno nulla da chiedere al campionato vantano però elementi del calibro di Jones, Legion, Candussi e Moraschini che ci fecero molto male all’andata, e che vorranno fare pace conia tifoseria, furiosa per la deludente stagione». In attesa della verifica sul campo, c’è spazio per un’ultima considerazione. “Dopo il campionato altalenante della squadra, che si è riflesso anche sulle prestazioni individuali, in chiave personale non mi aspetto nulla di particolare se non di accumulare esperienza perché per quelle che sono le mie caratteristiche, ovvero di un under che gioca a fianco di elementi già formati, avrei bisogno di una squadra che riuscisse a giocare insieme dal primo all’ultimo minuto mentre nel corso della stagione troppe volte si è disunita nei momenti di difficoltà finendo col giocare, senza volerlo, ognuno per proprio conto».