• 04/04/2018
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Rassegna stampa 4 aprile: Tuttosport

GIACHETTI: RAVENNA “SONO RINGIOVANITO”

A35ANNI IL PLAYMAKER È L’ANIMA DELL’ORASI. «QUI PREVEDO UNA GRANDE CRESCITA» GIACHETTI: RAVENNA «SONO RINGIOVANITO»

PIERO GUERRINI TORINO L’ultima impresa, il palleggio e tiro che a 1″ dalla fine ha regalato il successo a Ravenna su Treviso nel lunedì di Pasquetta. Jacopo Giachetti del resto è un capo, fin da quando dirigeva l’orchestra di Livorno nelle giovanili e poi in prima squadra. La sua camera ad altissimo livello è stata limitata soltanto dagli incidenti. Perciò la seconda giovinezza, a 35 anni, è dettata dalle condizioni fisiche che finalmente ne appoggiano il talento. Giachetti ci racconti il suo segreto di ritrovata giovinezza. «Sto benissimo, senza alcun problema fisico. A Ravenna, poi, ho trovato una società molto seria e un ambiente sereno, con molta voglia di fare. E’ una città che ha vissuto di grande volley. Ma avverto entusiasmo per il basket, abbiamo avvicinato molti giovanissimi al nostro sport. Il palasport è stato spesso pieno» giochiamo come sappiamo, ebbene non temiamo nessuno. E con Treviso l’abbiamo dimostrato». Tutti nell’ambiente parlano molto bene dell’allenatore Antimo Martino. «Martino lo conosco da tanti anni, era assistente a Roma e abbiamo costruito un ottimo rapporto. Nella scelta della squadra ha inciso anche aver appurato da avversario, l’anno scorso, che Ravenna era la squadra con la migliore qualità di gioco. A distanza di tempo, posso confermare che è ancora cresciuto, è apprezzatissimo, sa gestire, avrà un grande futuro. Non mi stupisce che il suo nome sia accostato a grandi realtà». « Il basket dunque può crescere e sfondare a Ravenna. «Ne sono sicuro, ci sono tutti i presupposti, tra società, le gente che vi lavora, staff tecnico. La città poi offre molto. Abbiamo disputato un grande girone d’andata, raggiunto la finale di Coppa Italia, ora vogliamo agganciale i playoff. Sappiamo che è dura, ci servono altre due vittorie, forse una sola se però sarà contro Jesi. Ma se Lei intanto non ci ha ancora svelato la pozione che pare aver ringiovanito Giachetti… «Semplicemente, sto meglio di due anni fa. Ma alla fine ciò che fa la differenza è la voglia di lavorare e andare avanti, che permette di passale sopra a qualche acciacco. Quest’anno ho saltato un solo allenamento. Certo, curo un po’ più l’alimentazione e cerco di stare un po’ più attento ad esercizi che mi aiutino prima e dopo le fase agonistica». Davvero ha accantonato la serie A? «Ho avuto offerte la scorsa estate. Ma ora posso dire che questi due anni in A2 mi sono divertito tantissimo. Peraltro non c’è mai nulla di scontato, ogni domenica si apre a possibili sorprese. Siccome sono un appassionato, ho visto un bel po’ di partite di Serie A e non è che mi abbino entusiasmato, con i continui cambiamenti di stranieri, che sono peraltro tanti, troppi. Mi pare manchi un po’ di identità. Preferisco allora restare in A2, divertirmi, trasmettere la mia esperienza, avere un ruolo importante». In A2 comunque è difficile emergere per i giovani italiani. «Ma questo è il segnale che il livello tecnico si è elevato. E comunque rispetto a inizio stagione io ho visto parecchi giovani migliorare. Altro segnale che la A2 è il campionato giusto permettere alla prova». L’ultimo suo anno in A fu a Torino. Ricordi? «Parto dal primo anno, che fu stupendo, una grande stagione culminata con la promozione. Sentimmo davvero tutta la città con noi. L’anno successivo ci fu un po’ di “casino” ma alla fine raggiungemmo la salvezza. Credo che il basket ora sia importante per Torino, che è una bellissima città. E comunque tutte le promosse recenti dalla A2 dimostrano la validità di questo campionato perché continuano a crescere e sono protagoniste al piano di sopra». Un pronostico sui playoff promozione ormai alle porte? «Può succedere di tutto. Certo, Trieste, Treviso, Fortitudo Bologna hanno qualcosa in più in termini di profondità di organico, in particolare. Ma tutte le avversarie avranno qualità e sapranno essere insidiose. Intanto noi vogliamo esserci».


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