• 14/11/2017
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Rassegna stampa 14 novembre: Il Resto del Carlino

Ravenna E’ stata una settimana poco fortunata per Matteo Montano quella culminata nel derby di Forlì. Prima un risentimento muscolare, poi la febbre, infine un’altra prestazione da mvp che però non ha portato alla vittoria. Montano, coach Martino dice che gli sembra di allenare due squadre: una capace di giocare uno splendido basket, l’altra in balìa degli avversari. «Non si può dargli torto. Tendiamo a compattarci e giocare il basket migliore solo nei momenti di difficoltà. Dovremmo invece passarci di più la palla, comprendere pregi e difetti di ognuno e, nei momenti topici, affidarci dall’uomo in quel momento più in palla, rinunciando agli individualismi». Grande fiducia «Nonostante le tre sconfitte consecutive la squadra c’è, quindi nessun dramma» E’ stato sfruttato poco il tiro da 3, concentrando il gioco sotto canestro. «Era nel piano partita giocare palla dentro, poiché sulla carta eravamo in vantaggio di centimetri sotto le plance, e caricare di falli i lunghi avrebbe comportato difficoltà nelle rotazioni di Forlì. E un’altra parte del nostro gioco era incentrata sullo scarico fuori ogni volta si fossero verificati raddoppi di marcatura in area e quello non lo abbiamo fatto bene. Va detto però che loro sono stati bravi perché nel reparto lunghi hanno fatto la migliore prestazione stagionale». La sua prestazione persona- «La mia settimana è stata piuttosto travagliata. Ho sostenuto il primo allenamento solo sabato mattina e non sapevo se Antimo mi avrebbe utilizzato. Però ero pronto, e quando sono entrato ho cercato di portare energia. Mi dispiace perché, come a Udine, era una gara che potevamo vincere, quindi la prestazione personale conta poco». I tifosi si interrogano sul fallo in attacco fischiato a Giqchetti nel finale. Gli arbitri possono aver condizionato il risultato? «Se avessimo giocato come dovevamo, non saremmo qui a parlare di arbitri. Certo, alcune situazioni sono contestabili, gli arbitri possono sbagliare, ma non vedo mai malafede da parte loro. Sui falli antisporti-vi, ad esempio, le idee non sono affatto chiare». Come quello fischiato a lei. «Ho chiesto all’arbitro come posso difendere sull’avversario lanciato in contropiede e la sua risposta è stata che devo limitarmi a corrergli dietro. In altre parole non posso difendere in quella situazione. Qualcosa non torna, ma il problema della sconfitta è soltanto nostro, gli arbitri non c’entrano». Adesso bisogna concentrarsi su Piacenza, squadra difficile da interpretare. «Ha battuto Treviso e Mantova e ha perso gare più abbordabili. Sono quelle squadre che non si prestano ad una facile lettura e che non bisogna sottovalutare. Ma noi e i tifosi non dobbiamo demoralizzarci per le tre sconfitte consecutive, perché la squadra c’è». Stefano Pece


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