Rassegna stampa 3 novembre: Corriere Romagna
AGOSTINO GALEGATI
Il conto alla rovescia continua a ticchettare, mancano 24 ore o poco più alla super sfida dell’OraSì con Trieste, reduce, senza Bowers dal +25 sulla Fortitudo che le ha permesso di diventare regina solitaria. Le due società, nella loro storia recente, hanno avuto un denominatore comune, dietro la scrivania: Dario Bocchini è stato giemme di entrambi i sodalizi. Più storico il binomio con i giuliani, ma anche sotto San Vitale ha portato tutta la propria esperienza, fortemente voluto da Roberto Vianello, dall’aprile 2010 al maggio 2011. Da circa due anni si è interrotto il rapporto col basket triestino e da allora ha proseguito nel mondo della palla a spicchi mondiale come consulente e scout di vari allenatori internazionali, coreani in particolare. Dal suo osservatorio privilegiato, al di sopra delle parti, fa le carte alla seconda sfida ufficiale stagionale tra giallorossi e bianco-rossi dopo la semifinale di Super-coppa, finita nella bacheca della formazione di Dalmasson. «Credo di aver dato un contributo a invertire la tendenza di Ravenna che poi è cresciuta moltissimo in queste ultime stagioni con Vianello, Bottaro e poi Montini. Questo lo si è visto anche nella crescita del pubblico che ha pareggiato, se non superato, i numeri della pallavolo. Sfogliando il roster, la dirigenza ha portato a Ravenna un giocatore come Giachetti che le può garantire un bel salto di qualità in regia e ha una buona coppia di americani. Rice lo seguivo dai tempi dell’Università, a Ravenna ha trovato l’ambiente ideale per crescere ulteriormente e dare il suo contributo. Grant sul piano dell’esplosività, della fisicità, dell’attitudine ricorda molto Smith, non ha tanti punti nelle mani ma può mettere in campo altre doti importanti. Trieste ha trovato un munifico sponsor che le ha permesso di diventare ancora più ambiziosa, per puntare in alto». Un giudizio sui due tecnici? «Martino è un allenatore giovane, con un fortissimo senso del lavoro in palestra e molto preparato e propositivo. Dalmasson dal canto suo è dal punto di vista tecnico molto più attendista». Le chiavi della partita? «Le prime fasi saranno decisive, soprattutto per Ravenna che dovrà provare a isolare dal gioco un elemento di valore assoluto in cabina di regia come Fernandez, così come l’atletismo e la forza di un atleta giovane ma di grandissima qualità come Green. Se i romagnoli dovessero riuscire a fare queste due cose non li vedo completamente sfavoriti. Dalla loro parte avranno il pubblico e la rabbia per le due sconfitte recenti, di misura e se dovessi dare una percentuale direi 50-50% o al massimo 55-45 per Trieste».