Corriere di Romagna, 6 Giugno 2017: L’OraSì si gode una stagione da protagonista
RAVENNA Irripetibile. Si è chiusa un’annata irripetibile, per tanti ed ottimi motivi, in casa OraSì. La semifinale play-off per la promozione ha rappresentato un risultato i-nimmaginabile anche per il più ottimista di quella schiera di tifosi che è cresciuta esponenzialmente partita dopo partita, in modo parallelo alla squadra, tanto che ci si aspetta una lievitazione del numero delle tessere di abbonamento per la prossima stagione. Oltre, naturalmente, alle manifestazioni di generosità che dovranno arrivare copiosamente dalla sottoscrizione denominata “Ravenna nel cuore” per sollevare un minimo lo sponsor e soprattutto il presidente Roberto Vianello dagli sforzi clamorosi sostenuti in tutti questi anni durante i quali il basket cittadino è passato dall’anonimato al proscenio più prestigioso della serie A2. Riassumere emozioni, trionfi e delusioni (poche, in verità) dal 2 ottobre 2016 al 2 giugno 2017 non è facile. Ma necessario, visto l’esito eccezionale della stagione. La vittoria Quella di gara 3 play-off a Verona è stata la più importante, ma la più clamorosa si è invece registrata alla quarta di andata, quando l’OraSì sbancò Casalecchio di Reno con una lezione di basket e di tiro che la Virtus non si aspettava e che per qualche tempo minò le certezze di quella che attualmente èia probabilissima promossa in A1. A distanza di sette mesi le parti si sono ribaltate, come era normale che fosse, perchè tra una Virtus ora al top della forma e con un Gentile in più ed un’OraSì stanchissima e con un Marks in meno esiste una categoria di differenza. Ma resterà nella storia il fatto che Ravenna è stata la prima squadra a vincere sul campo della Virtus nel primo e forse unico anno delle Vu nere in A2. La sconfitta A prescindere dal fatto che il quarto posto nella stagione regolare ha rappresentato un risultato clamoroso e probabilmente irripetibile, per arrivare addirittura più in alto all’OraSì sono mancati i due punti non conquistati ad Ancora contro quella Recanati che poi è retrocessa inB. È stata quella la partita più brutta per i ravennati, che ebbero comunque la possi- bilità di vincerla con il libero aggiuntivo concesso a Smith dopo il canestro del pareggio. Il lungo dell’OraSì, però, sbagliò ed ai supplementari arrivò una sconfitta inattesa. La festa Ce ne sono due da ricordare, entrambe organizzate dai Leoni Bizantini. La prima è stata notturna e si è manifestata al rientro da Roma, in occasione della vittoria e-sterna che ha spalancato all’Orasi le porte dei quarti dei play-off. La seconda, sotto una leggera pioggia, all’ora di pranzo del sabato susseguente al successo in gara 3 a Verona, quella che è valsa le semifinali. Un centinaio di tifosi ha atteso il pullman della squadra per osannare tutti i protagonisti di un’avventura indimenticabile. La rivelazione Dopo una stagione soddisfacente il talento di coach Antimo Martino è definitivamente esploso nel corso di un campionato che lo ha evidenziato come uno dei migliori allenatori della serie A2. Da qui la volontà della società di blindarlo conun contratto, già firmato, di altri due anni. Lerrore Non certo clamoroso, però il tiro da tre di Marks nei pressi della sirena a Trieste, non centrando la retina, impedì a Ravenna di vincere la quinta partita su sei quando l’Alma non era ancora quella di questi play-off e faticò le pene dell’inferno per battere 74-72 u-n’OraSì tra l’altro decisamente penalizzata dalla cooperativa dei tre fischietti nelle fasi finali. Lacquisto Nonostante l’infortunio capitatogli malauguratamente sul più bello, Derrick Marks ha certamente superato l’impatto di De- loach, anche se per provare a crescere ancora servirà qualcosa di ulteriormente continuo. Crusca e Sgorbati hanno faticato ad incidere ma il loro processo di crescita è confortante, mentre Tambone ha dimostrato di essere un giocatore più pronto e convinto, invece Chiumenti è stato il gladiatore che in certi momenti ha fatto la differenza. Alla fine scegliamo Gherardo Sabatini, emigrato in provincia per dimostrare lontano da Bologna e quindi dalla famiglia di poter essere un giocatore importante. Sandro Camerani