Corriere di Romagna, 3 Giugno 2017: In alto stat Virtus ma l’OraSì saluta a testa altissima
FORLÌ L’OraSì saluta a testa altissima, anche il terzo atto della semifinale sorride alla Virtus capace di cambiare passo nella ripresa. Nei primi venti minuti, infatti, Ravenna gioca con un’intensità al calor bianco che costringe la squadra di Ramagli a spadellare spesso da tre (33-23 l’illusorio massimo vantaggio). Poi lentamente ma inesorabilmente i giallorossi cedono al tasso tecnico e tonnellaggio emiliano che trova in Lawson il mattatore e giustiziere dei romagnoli. Schermaglie iniziali I quintetti di partenza sono gli stessi di quelli che hanno aperto le prime due sfide con Sabatini, con più compiti da regista rispetto a Tambone schierato da guardia, sempre al posto di Marks. Le difese inizialmente hanno un piglio maggiore rispetto ai primi due atti con la zona ravennate a capitolare solo su Lawson e Ndoja (8-9 a metà primo periodo). Martino si affida prima ai tre piccoli con Marks al posto di Sgorbati poi con Raschi che impatta a quota 13 con l’OraSì che brilla nell’intensità e nell’attenzione a non concedere secondi possessi alle Vu nere. Accelerazione romagnola Ancora Raschi in tandem con Sgorbati regala il primo vantaggio ai suoi in apertura di seconda frazione e la bimane di Smith in salto da gazzella porta due possessi pieni tra le due squadre (21-15 dopo 137″). L’OraSì si pianta in attacco e per mantenere alta la difesa raggiunge a metà secondo quarto il bonus. I giallo-rossi ritrovano il fondo della retina dopo ben tre minuti di digiuno con il 4/4 ai liberi di Tambone e le triple di Sabatini e dello stesso Tambone che aggiornano il massimo vantaggio interno, per la prima volta in doppia cifra (33-23 dopo 19’32”) nonostante la superiorità felsinea a rimbalzo (15-23 in totale) ma anche Tl/15 da tre per Bologna. Risalita bianconera La Virtus torna in campo con un piglio decisamente opposto, troppo “brutta” per continuare a essere così poco efficace. Il vantaggio che da piccole formichine avevano messo da parte i padroni di casa è però destinato a consumarsi nei primi 157″ della ripresa sotto i colpi di Spissu e N-doja. I primi punti della serata di Marks interrompono brevemente l’emorragia ma i 4 di Lawson impattano la contesa, le triple di Ndoja e Gentile in contropiede invertono l’inerzia (41-46 dopo 2745″) e quando anche Lawson trova la tripla di tabella (e sono 23 per l’americano) è il segnale che gli dei del basket hanno abbandonato Ravenna (12-26 per la Virtus nel quarto, 45-51). Masciadri prova a riaccendere la speranza romagnola ma il “mostro” ha ormai inghiottito i giallorossi. Rosselli pianta la tripla, Umeh, dopo il tecnico a Martino, tre liberi per il gelido -13 prò Segafredo, poi Lawson piazza i colpi da ko (50-64) anche se mancano ancora 4’24” che amplificano il finale (57-77). Agostino Galegati