Il Resto del Carlino, 1 Giugno 2017: «Non è finita, noi ci crediamo ancora»
PER LA prima volta dall’inizio dei playoff, l’OraSì si trova con le spalle al muro e domani, venerdì, dovrà giocarsi tutte le sue carte per allungare la serie di semifinale con la Virtus. Una serie che vede i bolognesi saldamente al comando, capaci di sfruttare, come mai avevano fatto in questi playoff, il fattore campo favorevole. Nella sfida di martedì sera Stefano Masciadri è stato protagonista di un primo quarto di grande consistenza – 12 punti col 63.5% dal campo – a cui però non è riuscito a dare seguito nei restanti 30 minuti. «Non c’è una spiegazione – afferma il numero 14 giallorosso – Ho iniziato bene, ma nel prosieguo della gara non ho più avuto tiri aperti come in avvio. Il merito è della Virtus che ha fatto gli opportuni aggiustamenti: conoscono il nostro modo di giocare e sanno che sappiamo muovere bene la palla, e dal secondo quarto ci hanno impedito di farlo». Questa serie è profondamente diversa dalle precedenti per tanti motivi. Il fattore campo a sfavore, un’avversaria con infinite alternative in panchina e magari una certa emozione riguardo al fatto di confrontarsi con la storia possono classificarsi come variabili capaci di influire sulla prestazione. «La scusante delle rotazioni è plausibile fino a un certo punto – afferma Masciadri – anche Verona aveva un roster profondo eppure li abbiamo battuti. Piuttosto può avere influito su di noi l’ambiente molto caldo poiché soprattutto in gara 1 siamo partiti veramente col freno a mano tirato. Ma anche questa spiegazione lascia il tempo che trova. Direi invece che quando ti trovi a difendere per 24 secondi e subisci canestro lo stesso, perché La-wson si è inventato una magia, allora comprendi veramente con chi hai a che fare. Bravi loro quindi, ma adesso bisogna assolutamente resettare queste due partite». Gli americani delle ‘V nere funzionano a pieno regime, quelli dell’OraSì stanno tentando di reggere il confronto ma è obiettivamente complicato. Masciadri però ha solo parole di incoraggiamento per Marks, apparso comunque in crescita rispetto a gara 1. «Derrick è solo da ammirare per la dedizione e l’impegno che ci sta mettendo – sono le parole dell’ala giallo-rossa – Un paio di anni fa ho avuto lo stesso problema e quan- do sono tornato in campo mi rendevo conto di giocare con un po’ di paura, quindi ritengo che sia comprensibile la sua fatica. Tuttavia ce la sta mettendo tutta e il mio rammarico è che forse, se fosse stato bene, una partita l’avremmo potuta portare a casa da Bologna. Non c’è la controprova, ma averlo al 100% sarebbe stato diverso». Comunque è vietato piangersi addosso. Adesso bisogna pensare a domani e Masciadri predica ottimismo in proposito: «Finché non ci dicono che è finita, noi ci crediamo. Ci credevamo anche a Bologna, ma non è andata come volevamo. Sono avanti 2-0? Ci sono stati altri esempi di squadre che erano in vantaggio 2-0 e poi sono uscite: basta poco per cambiare volto a una serie». Stefano Pece