• 21/05/2017
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Il Resto del Carlino, 21 Maggio 2017: Sabatini, chiamatelo l’uomo della trasferta

ERANO IN UN centinaio i Leoni Bizantini che ieri mattina hanno atteso davanti al Pala Costa l’arrivo del pullman che riportava gli eroi dell’impresa di Verona. L’OraSì è in semifinale e continua a scrivere la sua favola trascinata dalle imprese di giornata ora di uno, ora di un altro giocatore, trovando dentro sé stessa la forza di mettere in evidenza sempre un protagonista diverso. Quello di gara 3 è senza dubbio Gherardo Sabatini, l’uomo da trasferta, capace di esaltarsi ancora di più quando è lontano dal palazzetto amico. Sabatini, come mai le sue migliori prestazioni avvengono in trasferta? «Credo di essere un giocatore di personalità e mi piace questo tipo di sfide, a chi non piacerebbe? Oggi sono stato protagonista io, domani sarà un altro, è la forza della nostra squadra». Vincere in quel palazzetto non era facile. Qual è stata la chiave? «Non so neanche da quanto non perdessero in casa. Abbiamo avuto più voglia di vincere di loro ma, come ha detto il coach, questa da sola non basta, ci vuole anche solidità. La nostra principale caratteristica è l’aggressività difensiva, ci piace mordere i garretti degli avversari e a Verona lo abbiamo fatto vedere, poi in attacco ognuno fa le sue cosine: Masciadri tira da tre, Chiumenti fa i gancetti e io penetro». Ultimamente tira anche lei da tre e lo fa bene. Non era tra i suoi principali punti di forza. «Non lo è neanche adesso, posso garantirlo. La differenza sta nel fatto che quando sei in fiducia, giochi tanti minuti e hai il tempo di provare le cose, tutto riesce molto più facile. In questo momento sono favorito dal fatto che siamo in pochi in questo ruolo, mentre durante la stagione regolare avevo meno minuti, tuttavia sto dimostrando di poter rendere bene quando ho più spazio». E insieme a Tambone avete stravinto il confronto con Robinson e Frazier. A volte il made in Italy è meglio. «Con Tambone mi trovo veramente molto bene. Certo, siamo due playmaker, ma sono convinto che due piccoli aggressivi come noi possono dare molto. Adesso tornerà Marks e per il coach sarà molto dura tenere fuori uno di noi perché abbiamo dimostrato che ad oggi non può fare a meno di nessuno. Magari giocherà con tre piccoli nei finali di partita». Si aspettava di vincere in tre partite con Verona? «Non credo se lo aspettasse nessuno. Sono sempre state partite tirate che potevano avere esito diverso. Siamo però sempre rimasti concentrati e non gli abbiamo mai permesso di fare grossi parziali. Alla fine credo che abbiamo meritato». In semifinale Virtus o Roseto? «Al 90% dico Virtus Bologna. Saremmo contenti perché ci piace giocare in questi grandi contesti con atmosfere calde. Poi è vicino a casa, meglio di così». Se dovesse essere la Virtus per lei sarà una partita speciale. E’ possibile ripetere l’exploit del campionato? «È la mia squadra del cuore e ci tengo a fare bella figura. Certo, non sarà la stessa cosa rispetto al campionato, ma noi abbiamo dimostrato di subire molto di più le squadre che giocano con le mani addosso rispetto a quelle più tecniche. Credo che a noi darebbe più fastidio una squadra aggressiva come la Fortitudo rispetto alla Virtus che è più tecnica. Restano comunque favoriti loro, ma possiamo disputare una bella serie». Stefano Pece


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