Il Resto del Carlino, 18 Maggio 2017: La palla passa alle istituzioni: urge palasport
PROMETTIAMO emozioni: mai slogan fu più veritiero. Ed è quello con il quale l’OraSì ha etichettato questa magnifica stagione fin dalla campagna abbonamenti della scorsa estate. Ma sicuramente nessuno, neppure il più ottimista dei dirigenti giallorossi, poteva pensare allora di regalare emozioni così intense a un pubblico ravennate sempre più innamorato di questa squadra. I successi conquistati al Pala De André contro Forlì, Virtus Bologna e Treviso (tanto per citare i primi che vengono in mente) sono già nella storia della società del patron Vianello, ma quelli ottenuti nella prime due gare dei quarti al Pala Cattani di Faenza contro Verona, rimarranno pietre miliari non solo di questo campionato. Parlando con alcuni addetti ai lavori, anche non ravennati, prima della partita di martedì sera, molti sostenevano che era già stato un miracolo vincere gara 1 senza Marks contro una squadra tosta come quella veneta. Un miracolo che era impossibile potesse ripetersi. Invece Raschi e compagni hanno stupito una volta di più anche gli esperti del basket italiano. E a questo punto allora non si può più parlare di miracolo. Ma di risultati che costituiscono il giusto riconoscimento a una squadra, a un gruppo che ha non solo gli attributi ma anche il cuore e la voglia di non mollare mai. Dopo risultati così sorprendenti, ma meritati, si dice ‘comunque vada sarà un successo’ e mai come stavolta non è una frase fatta. Questa OraSì – dai giocatori ai tecnici e ai dirigenti – sta trascinando una città intera. E continua a regalare pomeriggi e serate da pelle d’oca. Come peraltro, in questa stupenda annata per lo sport ravennate, hanno regalato (o stanno ancora regalando) il Ravenna calcio, la Bunge volley, Teodora e Olimpia nella pallavolo femminile. Allora la palla passa a istituzioni e mondo imprenditoriale. Il nuovo palasport, di cui tanto si parla, deve cominciare a passare dalle parole a un progetto vero e proprio, con un cronoprogramma ben definito, mentre il mondo delle aziende deve capire una volta di più che investire nello sport non è mai una spesa fine a se stessa, ma la possibilità di sostenere e dare un futuro in particolare alla passione di un’intera città. E al mondo dei giovani. Luca Suprani