• 15/02/2017
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Il Resto del Carlino, 15 febbraio 2017: OraSì da applausi

IL NOME di Antimo Martino ha varcato da tempo i confini locali ed è ormai riconosciuto a livello nazionale: il tecnico molisano ne ha avuto conferma ieri leggendo il proprio nome, l’unico della serie A2, tra quelli citati nella rubrica ‘Bravi e cattivi’ della Gazzetta dello Sport. «E’ stata una piacevole sorpresa -spiega il tecnico dell’OraSì – anche perché non mi aspettavo di essere citato in una rubrica che parla di A1». E’ un segnale inequivocabile che il suo lavoro è stato notato a livello nazionale. Quanto deve Antimo Martino a Ravenna e quanto deve invece Ravenna ad Antimo Martino? «Io devo tanto a Ravenna, alla società, a Vianello e soprattutto a Giorgio Bottaro che mi ha voluto qui. Ha avuto coraggio scegliendo un giovane che era alla sua prima esperienza da capo allenatore e ancora non aveva dimostrato niente e devo ringraziarlo moltissimo per questo. Con lui, anche il presidente che ha avallato la scelta. Devo tanto anche alla città che ha subito accolto me e la mia famiglia con calore e ha creato i presupposti per poter lavorare in serenità. Da parte mia, ho cercato di ricambiare con il lavoro, la professionalità e la passione e credo di avere portato il mio contributo alla crescita della società, che ogni anno si struttura sempre più professionalmente». Magari non tutti lo sanno, ma Ravenna sta facendo tutto questo con uno dei budget più bassi della serie A2. «Questo è l’aspetto più gratificante per noi. Non è retorica dirlo, ma con mezzi limitati, stiamo viaggiando a un ritmo superiore alle nostre possibilità. E se oggi Ravenna è sulla bocca di tutti, il merito va distribuito tra società, staff e ambiente, perché qui si lavora bene. Ma non dobbiamo pensare che questa sia la normalità, perché non sarà facile rimanere a un tale livello». Pensando al futuro, Martino andrebbe via da Ravenna se? «Ammetto che una proposta dalla serie A1 potrebbe mettermi in difficoltà, così come da parte di quelle società che pur essendo in A2 hanno un percorso storico importante. La cosa fondamentale per me è che il mio lavoro possa essere al centro e il fulcro di un progetto serio. Ma ora non voglio pensare alla prossima stagione, sto bene a Ravenna e qui c’è molto da fare, perché non è scontato che la classifica di oggi sia quella finale. Non voglio distrazioni e parlerò con la società solo quando sarà il momento per capire le intenzioni per il prossimo anno». Parlando invece di futuro prossimo, sabato giocherete a Piacenza, contro una squadra in crisi di risultati e con problemi di organico. «Da quello che so Jones, Formenti e Borsato dovrebbero esserci tutti e chiaramente Piacenza al completo è una squadra ben diversa da quella che ha perso le ultime partite. Soprattutto l’americano fa la differenza in questa categoria. Non so se sarà una partita simile all’andata, che fu bruttina a livello tecnico e dal punteggio molto basso. So per certo che sarà complicata e sarà importante per noi affrontarla meglio di quella di Recanati». Stefano Pece


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