• 10/12/2016
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Corriere di Romagna, 10 dicembre 2016: Andrea Costa, quello sgarbo di nome Sgorbati

IMOLA. Quando il 5 agosto del 2015 l’Andrea Costa ufficializzò «il raggiunto accordo con la società Bsl San Lazzaro per il prestito biennale, per le stagioni 2015-2016 e 2016-2017, di Giacomo Sgorbati, giovane talento imolese», nessuno avrebbe mai pensato, circa sedici mesi dopo, di trovarsi con un derby Imola-Ravenna alle porte e l’enfant du pays a vestire il giallorosso. Quello stesso comunicato, infatti, si chiudeva con un augurio, «la società vuole esprimere grande entusiasmo per questa operazione, che riporta a Imola un giovane talento della nostra città, e si augura che questo possa essere l’inizio di un percorso duraturo di crescita reciproca», rivelatosi poi una vana speranza. Ruolo e minuti. Sgorbati, che in biancorosso ha vissuto una stagione travagliata (almeno all’inizio) causa i postumi di una pubalgia, aveva dato il meglio nei play-off, facendo bene contro Siena davanti agli occhi di uno spettatore, che si rivelerà poi interessato, come il coach ravennate Antimo Martino. A campionato chiuso iniziarono a circolare le voci di una sua possibile avventura universitaria in Usa, di certo i 5′ a partita, l’utilizzo spesso da guardia in allenamento a marcare Anderson e l’impellente appuntamento con l’Under 20 (e con l’esame di maturità) convinsero il ragazzo e il suo procuratore (l’agenzia Gallinari-Forti) a ragionare con calma sul futuro. Qui Imola, sbagliando con il senno di poi, preferì non mettere pressione al giocatore, forse perchè sottovalutò la possibile concorrenza, forse perchè Sgorbati non veniva considerata (e qui rientriamo nel merito tecnico) una priorità. Contatto. Com’è andata a finire, ormai lo sappiamo. Durante lo stage a Roseto dell’Under 20, Sgorbati venne avvicinato dal coach Antimo Martino, che lo convinse della bontà del progetto ravennate nei suoi confronti. Due le semplici parole chiave: quintetto e ala piccola. Il tentativo successivo di I-mola, simile all’impresa disperata di chi in una volata si trova venti metri dietro e al traguardo ne mancano 10, non partorì il miracolo. «Se domani sarò emozionato? – commenta il diretto interessato -. Certo. Gioco a casa, di fronte a tanti amici e anche se non ho alle spalle una carriera nelle giovanili dell’Andrea Costa, quella biancorossa resta la mia squadra di riferimento sin da quando ero piccolo. Ci tengo a fare bella figura, consapevole della difficoltà dell’impegno». Non vorrebbe rinvanga-re il passato Sgorbati, ma sa bene che non può esimersi dal farlo. «Le scelte dell’Andrea Costa io non posso giudicarle. Dico che della mia sono contento, a maggior ragione ora. Avevo dei pallini dal mio punto di vista, e mi riferisco in particolare al ruolo, che Ravenna ha soddisfatto. Da parte di Imola, invece, non c’era tutta questa chiarezza sul ruolo. In pratica mi è stato offerto il posto di quarto lungo e sebbene nella pallacanestro di Ticchi le differenze fra i ruoli siano minime, io mi sento ala piccola». Il passato è scritto, il presente è a Ravenna e il futuro si vedrà, ma di certo farà strano domani vedere il migliore, attuale, prospetto del basket imolese in maglia giallorossa. Specie ricordando com’era iniziato tutto il 5 agosto del 2015. Riccardo Rossi


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