Il Resto del Carlino, 5 dicembre 2016: Ravenna al verde
SE DOVEVA essere una prova di maturità, allora verrebbe da pensare che l’OraSì non l’abbia superata. Sarà stato forse l’impatto con gli oltre 5.000 del Pala Verde a impedire alla formazione romagnola di spingersi verso l’impresa, una proposito che la De Longhi ha spazzato via grazie a una condotta di gara pressoché impeccabile, che del calore dal calore del pubblico ha tratto giovamento soltanto nella parte iniziale, tanto evidente è stato il divario tecnico mostrato sin dalla palla a due. Treviso mantiene così saldamente il comando mentre Ravenna potrà interrogarsi su quanto non ha funzionato. NON BASTANO i 16 punti di Marks per colmare la lacuna lasciata dall’assenza di Masciadri. La guardia americana fa quello che può ma non basta per opporsi allo strapotere delle bocche da fuoco trevigiane, che mandano ben 4 elementi in doppia cifra con un Fantinelli in formato superstar (chiuderà con 12 punti, 8 assist e 5 rimbalzi). L’avvio di gara è già indicativo di quello che racconteranno i 40′: Treviso sotto canestro non sbaglia un colpo, la difesa ravennate regge per i primi 4′ (quando il punteggio è ancora sul 2-2) ma poi perde lucidità alla distanza, tanto che la De Longhi scappa sul +11 grazie ad Ancellotti prima del parziale recupero da parte dell’OraSì con Tambone e le triple di Raschi e Crusca che riaccendono un barlume di speranza. L’avvio di secondo quarto è però ancora peggiore nei numeri con Treviso che scappa sul +15 grazie a Perry e a La Torre che si iscrive alla gara nel momento più opportuno. Martino prova a fermare la gara e a ruotare gli effettivi, ma nonostante Saccaggi si prenda un tecnico e qualche errore di troppo in post all’intervallo lungo la De Longhi è ampiamente padrona delle operazioni, dominando a rimbalzo e mettendo a referto già 9 assist. L’inerzia proseguirà anche nel terzo periodo, aperto da una striscia di Moretti che fa rifiatare per qualche istante Ancellotti e Fantellini, che pure è decisivo nello spingere i suoi sul + 19 e nel consentire loro di controllare le operazioni a un quarto d’ora dal termine. Il quintetto piccolo di Martino riporta Ravenna a 10 lunghezze di distanza, ma Perry riprende in mano la situazione e sul tecnico fischiato a Martino cala il sipario. Giancarlo Trevisan
LA SENSAZIONE è quella di essersi ritrovati al cospetto di una montagna troppo impervia da scalare. «Per quanto visto in questi 40′ direi che Treviso sia giustamente in vetta alla classifica», spiega Antimo Martino. Deluso dal risultato, ma ancor più dalla prestazione dei suoi ragazzi: «Diciamo che avevamo preparato bene la partita, dicendoci anche alcune cose che avremmo dovuto poi eseguire per provare a venire a capo di un avversario che sapevamo essere superiore. In campo però non abbiamo fatto quello che c’eravamo detti e questo dispiace perché questo era per noi un test molto importante anche in chiave futura. Diciamo che non siamo stati quasi mai in partita, e allora dico che forse siamo andati peggio di quanto avrei potuto immaginare. Abbiamo preso un bello schiaffone e posso solo augurarmi che possa servirci da lezione, perché se giochiamo con questo atteggiamento la vita diventerà dura contro qualunque avversario». Troppi errori nella metà campo offensiva, ma anche in difesa non sempre le cose hanno funzionato. «In avvio si, ma poi facevamo troppa fatica a segnare e questo ha consentito comunque a Treviso di scappare. C’è stata in noi una certa presunzione nel voler pensare di poter venire qui al Pala Verde a fare la partita che avevamo in mente, mentre in questi ambienti è bene presentarsi con umiltà e tanta attenzione. È vero che su questo campo non ha ancora vinto nessuno e difficilmente qualcuno riuscirà nell’impresa, ma non posso essere soddisfatto della prestazione offerta dalla mia squadra. Servivano più energia, più cattiveria e maggiore attenzione. Siamo mancati sotto molti aspetti e allora sarà bene lavorare duramente sugli errori commessi. Non è solo una questione di esperienza: Treviso ci ha dato una lezione anche a livello di intensità e atteggiamento, un insegnamento di cui dovremo far tesoro». Giancarlo Trevisan