• 13/10/2016
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Corriere delle Sport – Stadio, 13 ottobre 2016: «lo so come si ferma la Fortitudo»

Antimo Mattino e Ravenna saranno impegnati in due sfide consecutive a Bologna. Coach emergente classe’78 che ha lavorato con Boniciolli a Roma, l’anno scorso la sua OraSì ha sfiorato i playoff e ora è a punteggio pieno prima di passare due volte per Bologna.

Martino, guardate tutti dall’alto solo grazie al calendario o c’è dell’altro? «Per una squadra come la nostra, giovane e rinnovata per 7/10 all ‘esordio fuori casa, la vittoria di Udine ha avuto un peso specifico importante. Il primo derby della storia contro Forlì, molto sentito, altrettanto. Riconosco che quando uscì il calendario vedendo la doppia trasferta bolognese ho pensato che sarebbe stato cruciale vincere le prime due, ma da qui a farlo ce ne passa: siamo contenti».

È una A2 Est molto emiliano-romagnola. «Già il livello della A2, tecnico, di blasone e di allenatari, è qualcosa di speciale. Tutti questi derby rendono il campionato ancora più emozionante e interessante per chi ne disputa tanti».

Domenica avete limitato Blackshear, ora arrivano Roberts e Umeh. Tre giocatori diversi. «Vero. Blackshearè più facilmente imbrigliabile, ha meno capacità di uno contro uno e siamo stati bravi a non concedergli molto post basso. Roberts e Umeh sono più complicati; il primo in particolare ha molto talento, si può creare un tiro in qualsiasi modo. Si fa fatica a fare qualcosa di specifico contro giocatori così, bisogna stare molto concentrati. In più con la profondità di Fortitudo e Virtus isolarne uno non basta».

Nella passata stagione e in precampionato avete ingabbiato la Fortitudo. Ha già qualcosa in mente? «Conosco bene Boniciolli e la squadra, che ha cambiato poco a livello di assetto. Contro di loro è indispensabile pareggiare la gara dell’intensità, altrimenti le scelte tattiche non hanno valore. Quando li abbiamo battuti siamo stati bravi a farlo».

Ha ricevuto vari attestati di stima dal suol colleghi. Ma le piacerebbe più una carriera alla Ramagli o alla Boniciolli? «I complimenti fanno molto piacere, soprattutto quando arrivano da colleghi più esperti e bravi. Il mio sogno chiaramente è ripercorrere un giorno la loro strada, sono due grandi allenatori di successo. Sarei disposto ad accettare qualsiasi delle due carriere. Però devo dire che seppur molto legato a Boniciolli da reciproca stima professionale e personale, probabilmente non ho il suo stesso temperamento. Non conosco benissimo Ramagli ma conosco lui, so che è frizzante, imprevedibile. Preferisco punti di riferimento più solidi. Ma mi andrebbe bene qualsiasi delle due: sarebbe in ogni caso un ottimo risultato».

Come vede le due bolognesi? «Pur avendo a sua volta qualche problema la Virtus ha iniziato meglio, a Imola ha dato un bel segnale. Ad oggi il loro vantaggio è di avere un profilo più tranquillo. In Fortitudo mi rendo conto non sia facile placare l’entusiasmo dello scorso anno. Ma ho parlato con Boniciolli in un certo modo difendendolo: non dimentichiamo che buona fetta di squadra non ha mai giocato per vincete la categoria, sarebbe assurdo pensare possano stravincere. Non sono Milano. Non va messa loro troppa pressione, non partono per fare gli schiacciasassi; ha ragione Mancinelli a non drammatizzare. Entrambe hanno bisogno di tempo, entrambe saranno protagoniste».

E voi? Dove arrivano le vostre ambizioni? «Certamente non veniamo da vittime sacrificali. Dobbiamo avere il rispetto di un PalaDozza da 5000 persone e di un tempio del basket come l’Unipol Arena, ma anche il coraggio e la sana incoscienza di pensare di poter vincere. Avere un’età media intorno ai 25 ed essere ambiziosi significa anche questo. Nel lungo termine siamo convinti nel gruppo allestito, ma prima di tutto dobbiamo farei punti per salvarci. Poi, come l’anno scorso, sarò il primo ad accettare l’idea di toglierci soddisfazioni e puntare ai playoff. Già ripetersi ed essere più fortunati, dopo essere rimasti fuori dalle 8 con 34 punti, sarebbe molto positivo».


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