• 10/10/2016
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Corriere di Romagna, 10 ottobre 2016: Martino e Garelli, i due poli opposti del derby

RAVENNA. Il generale Antimo Martino non può che essere orgoglioso di quanto fatto sul campo dai suoi ragazzi. Se contro Udine aveva visto una prestazione ondivaga, non così contro Forlì. «Voglio dedicare questa vittoria proprio ai ragazzi – premette Martino – che hanno messo in campo u-na prestazione di assoluto livello, frutto dell’applicazione e del lavoro svolto, non da questa settimana ma dall’inizio della preparazione e questo lavoro è stato ripagato. E’ una vittoria molto importante per i nostri tifosi che sentivano l’appuntamento in modo particolare. E’ una squadra nuova ma che sta crescendo giorno dopo giorno e ha intrapreso la strada giusta. Non possiamo rilassarci anche se è gratificante aver cominciato il campionato con due vittorie consecutive. Dobbiamo avere voglia e ambizione di continuare così. Il dato più importante che salta all’occhio è l’aver giocato con una rotazione molto ampia in cui Marks ha giocato solo 19 minuti, dando spazio anche ai più giovani che sono rimasti in campo meritatamente più di quello che poteva essere previsto. Ognuno dei ragazzi è venuto fuori in un particolare momento della partita ed è impossibile dire per me chi è stato il migliore o il peggiore. Ho preferito non rischiare chi veniva da qualche pro- blema ma tutti si sono resi conto che possono dare un contributo alla squadra e sarà domenica dopo domenica il campo a decidere quali saranno gli equilibri». Forlì acciaccata? Martino la pensa così: «Avevo letto dei possibili problemi fisici dei nostri avversari ma ho preferito concentrarmi su noi stessi e le cose che dovevamo fare. Un obiettivo era quello di contenere Blackshear sopratutto in post basso e ci siamo riusciti. Abbiamo mantenuto un livello di intensità alto e costante. Il nostro merito è stato avere avuto la giusta cattiveria che è stato un passo a-vanti rispetto a Udine. Non ci siamo mai disuniti, solo sei palle perse, mantenendo la lucidità di attaccare i nostri vantaggi, seguendo con attenzione il nostro piano partita che è stato seguito alla lettera. E’ una prestazione gratificante per tutti, Smith ha vinto i propri duelli sotto canestro, Sgorbati ha contenuto Blackshear, Raschi positivo». Agostino Galegati

RAVENNA. Un derby che ruota tutto attorno a un concetto semplice e per una volta Gigi Garelli, cronisti e tifosi non possono che essere sulla stessa lunghezza d’onda. L’OraSì ha un impianto di gioco solido, ha gamba, ha un tonnellaggio d’area che Forlì non poteva non subire e in più ha giocato la partita che più sentiva con una voracità che non ha mai offuscato la lucidità. Dall’altra parte una squadra, l’Unieuro, indietro, tremendamente indietro rispetto alla propria avversaria. Non rispetto alle proprie aspettative attuali, perchè quelle non erano elevate già in partenza. «Il match si analizza da un punto di partenza irrinunciabile: siamo in grave ritardo, non abbiamo la solidità e l’impianto di gioco dell’OraSì, siamo due poli opposti a livello fisico – afferma il tecnico biancorosso – La differenza tra le due squadre è stata imbarazzante, Ravenna salta e corre il doppio di noi che abbiamo vissuto una settimana a gestire infortuni sperando di uscirne indenni e che, invece, abbiamo subito 92 punti perché al momento non ce la facciamo e basta. Subendo tanto in trasferta non vinci mai». Non si vince, soprattutto, se dopo le difficoltà del primo tempo, torna in campo nella ripresa una squadra che non dà ma: l’impressione di potei cambiare marcia aggre dendo e reggendo l’urto £ rimbalzo dei lunghi di ca sa: «Infatti – conferma Garelli – ma non butto la ero ce sui lunghi perché ir difesa fatichiamo a tene re in uno contro uno ir ogni ruolo e se Smith fs un tap-in dietro l’altro ì anche perché i centri de vono aiutare i piccoli Con Ravenna i nodi alle fine vengono al pettine Tutti i nodi. Con i gioca tori più esperti in diffi colta fisica, ad esempio anche i giovani faticane ad inserirsi. E noi nor possiamo pensare che sic la nostra panchina a ri solvere i problemi». Già, e allora come si risolvono; «La strada è une sola: il lavoro. Nella si tuazione in cui siamo a desso, te la puoi cavare solo se affronti una squa dra con i tuoi stessi prò blemi com’era una setti mana fa Ferrara. Con Ra venna, invece, la paghi Mi chiedo solo quande potremo iniziare a lavo rare bene davvero». Enrico Pasini


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