Il Resto del Carlino, 14 settembre 2016:
C’È UN cauto ottimismo nell’ambiente giallorosso dopo la due giorni di basket vissuta al pala Costa lo scorso fine settimana. L’OraSì ha destato buona impressione soprattutto considerando che ha vinto entrambi gli incontri con Imola e Fortitudo senza il suo cannoniere Derrick Marks, un giocatore da 20 punti a partita. L’attacco è riuscito a segnare quasi 80 punti di media con tanti protagonisti diversi. Della gara con l’Andrea Costa va ricordata soprattutto la prova di Chiumenti, risultato a tratti immarcabile per i lunghi avversari. Il 7 giallorosso sa fare tante cose, sia spalle che fronte a canestro ed è un giocatore di temperamento e solidità impressionanti. In regia, invece, Tambone appare al culmine del suo percorso di maturazione. La vena offensiva non gli è mai mancata e la regolarità con cui sta andando in doppia cifra lo dimostra. Ma oggi il play romano esibisce anche una nuova sicurezza nella gestione della palla e nell’intui- zione in fase di ultimo passaggio. E accanto a lui fa passi avanti anche Sabatini che sta virando verso un tipo di gioco meno estroso e più concreto. TRA i veterani vanno sottolineate le prove di Smith, Masciadri e Raschi, tre uomini che non si tirano indietro quando è ora di caricarsi in spalla la squadra. Smith lo ha fatto in più occasioni con la Fortitudo, quando i suoi ne accusavano la pressione soffocante. Il doppio zero non ha fatto altro che battere Knox nel duello personale e ha lanciato segnali importanti ai connazionali in maglia Fortitudo mediante un paio di stoppate delle sue. Segnali che hanno conferito sicurezza ai compagni e acceso l’entusiasmo sugli spalti. Masciadri ha fatto altrettanto nel terzo quarto, quando Ravenna era reduce da un secondo periodo di affanno: si è preso diverse volta le responsabilità del tiro e ha segnato 13 punti in 10 minuti che hanno contribuito alla svolta della gara. Raschi, uscendo dalla panchina, assicura invece minuti di qualità attraverso quel lavoro oscuro che non sempre viene notato, ma che piace agli allenatori. Tra gli under che giocano di più, infine, vanno citati in due: Sgorbati, il quale ha offerto prestazioni altalenanti alternando momenti da veterano ad altri nei quali è sparito un po’ dai radar, e Crusca, il giocatore silenzioso, un giocatore che ha punti nelle mani e che può diventare piuttosto utile se entra in fiducia. Con la Fortitudo ci è riuscito e ha regalato una prestazione da 11 punti (con tre triple) che è valsa la sua prima doppia cifra. Nel complesso quindi giungono segnali positivi sia dall’attacco, che mostra di avere tante soluzioni, sia dalla difesa, apparsa più attenta. Il prossimo passo sarà quindi quello di trovare più continuità nell’arco dei 40 minuti. Stefano Pece