• 24/06/2016
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Due chiacchiere con…Alessandro Senni

Il sogno Scudetto Under18 è terminato ad una manciata di azioni dalla sirena della finale contro la Reyer Venezia, ma la prima stagione del “nostro” Alessandro Senni da assistente allenatore alla Virtus Bologna merita un applauso e un approfondimento. Alessandro è stato prima giocatore e poi assistente allenatore del settore giovanile di questa società, guadagnando così la chiamata da parte di uno dei settori giovanili più importanti d’Italia. Il suo sogno ha preso il via in una mattina di maggio dello scorso anno, con la telefonata da parte del club bianconero, tra l’altro quello per cui ha sempre fatto il tifo sin da bambino. “Devo confessare che il primo contatto mi ha lasciato di stucco, in termini positivi. Un caro amico che lavorava da un anno all’interno del settore giovanile ha costruito questa opportunità, che ci ho messo poco a cogliere perché si tratta di qualcosa che capita poche volte nella vita. La proposta riguardava il ruolo di secondo assistente dell’Under18 e di responsabile della foresteria ed è stata interessante sin da subito. Nel mondo Virtus ci sono regole precise da rispettare, orari di arrivo e cose da fare prima e dopo gli allenamenti che certificano il livello dell’organizzazione nella quale si sta lavorando, ed è stato un piacere adeguarsi.”

Il lavoro è stato indubbiamente intenso: “La stagione è stata lunga e faticosa, ma al tempo stesso stimolante. Ci siamo allenati sei giorni a settimana, giocando le partite il giovedì, dalla prima palla a due del 24 settembre fino al 26 maggio, giorno dell’ultimo spareggio che ci ha dato l’accesso alle Finali Nazionali, passando anche per l’Adidas Next Generation Tournament, una sorta di Eurolega Under18, che ci ha visti protagonisti a Roma a cavallo tra Natale e Capodanno. Un torneo bellissimo dove abbiamo ottenuto un ottimo terzo posto, che non è però bastato per qualificarci alla fase successiva. Abbiamo giocato circa 30 partite di campionato, ovvero quanto un campionato senior, prima dei sei scontri delle Finali Nazionali: per questo abbiamo lavorato in stretto contatto con il preparatore atletico, essendo fondamentale il mantenimento di una buona condizione atletica per tanto tempo. Nello specifico, mi sono occupato del lavoro in campo e del video, che abbiamo fatto vedere poche volte ai ragazzi ma che è servito molto allo staff tecnico per capire cosa fare in campo e per migliorare il nostro lavoro. Lo scouting è stato un’attività importante anche nel corso delle Finali Nazionali, periodo nel quale tutti abbiamo dato il massimo”.

Cosa si prova a partecipare ad una Finale Scudetto? “Accettando di passare alla Virtus, l’idea di poter arrivare fino in fondo al campionato è abbastanza naturale, così come lo è stata durante una stagione regolare nella quale abbiamo vinto quasi sempre, pur con la disavventura di dover passare dalla roulette degli Spareggi per l’accesso alle Finali. La settimana di Pordenone è stata estremamente bella, ma anche intensa per i giocatori e per gli allenatori. Ci si allena la mattina, si gioca il pomeriggio e nei momenti liberi, tarda sera compresa, si lavora per studiare il nostro gioco o quello degli avversari. Il momento più toccante è stato quello dell’Inno di Mameli, a pochi minuti dalla palla a due. IN quel momento ho realizzato dove ero arrivato e cosa stavamo per fare e mi sono emozionato molto”.

Come ti sei trovato con il tuo capo allenatore, Federico Vecchi, che è anche responsabile del settore giovanile della Virtus? “Federico è un allenatore molto bravo, esperto ed attento, che sa mantenere un buon rapporto con i suoi assistenti. E’ molto esigente nei confronti di tutti, da noi ai giocatori, soprattutto dal punto di vista mentale e psicologico. In particolare vuole che i ragazzi capiscano cosa succede in campo e siano abili nel leggere il gioco, perché si tratta di un aspetto fondamentale per un gruppo che nel breve periodo si affaccerà al mondo della pallacanestro senior.”

Il legame con Ravenna è comunque rimasto forte. “Sono tutt’ora in costante contatto con tutti gli addetti ai lavori. Si tratta di u club nel quale ho giocato, per il quale ho tifato e dove ho cominciato ad allenare, pertanto avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. HO seguito attentamente la stagione dell’OraSì, presenziando in casa ed in trasferta quando ne ho avuto la possibilità, ed ho seguito anche le partite del gruppo di Under20/Promozione con cui avevo lavorato l’anno scorso. E’ sempre un piacere restare in contatto con l’ambiente di Ravenna.”

Ad Alessandro va il nostro in bocca al lupo per una stagione ventura che ci auguriamo possa essere altrettanto positiva ed entusiasmante. 


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