Il Resto del Carlino, 4 aprile 2016: OraSì spera ancora

 IN UNA CORNICE di pubblico mito sommato buona nonostante un avversario di scarso appeal, l’Ora-Sì liquida in poco più di 25 minuti la pratica Bawer e mantiene vivo il sogno playoff. Una gara non certo indimenticabile dal punto di vista tecnico, ma utile per dare lo sprint ai gialloros-si in vista del complesso rush finale che li attende. Parte sciolta Ravenna che mette subito in chiaro CASINI e Masciadri colpiscono dall’arco e Smith mette il punto esclamativo con un paio di schiacciate delle sue: è subito 10-3. Matera si riduce al solo Hubalek che, nel bene e nel male, è l’unico a tentare qualcosa nei primi 10′. Tuttavia l’inconsistenza della difesa lascia ampi spazi ai giallorossi che entrano da tutte le parti e ne fanno 30 nel solo primo quarto. Dopo 10′ sono già 15 i punti di distacco tra le due squadre e la partita diventa un utile esercizio per migliorare le statistiche. Tutti vogliono andare a referto e Martino lascia spazio anche ai più giovani Manetti, Salari e Seck. Ma dopo un primo quarto fin troppo semplice, i giallorossi iniziano a specchiarsi nel proprio gioco cercando la giocata invece della concretezza. Ne scaturisce una fase costellata di errori e di livello tecnico piuttosto scadente, che non fa che favorire Matera. DUE BOMBE consecutive di Chase valgono il 34-23 e fanno infuriare Martino che chiama time out. La lavata di capo non sortisce effetti e anzi è la Bawer a mostrarsi più efficace. I lucani, giocando un basket semplice e privo di fronzoli, si riportano sotto all’intervallo (43-38). La pausa fa bene ai padroni di casa che tornano in campo più centrati. Raschi fa 5 punti e la forbice torna ad allargarsi (53-40) al 24′. Qualche giro di orologio e la tripla di Rivali vale il +18 (61-43). Quando poi il numero 10 ruba palla nella sua area e la offre a Masciadri per il facilissimo canestro del +21 (69-48), Matera esce definitivamente dalla partita. Entra a referto anche Salari e l’OraSì mette in ghiaccio la partita con 10′ d’anticipo sulla sirena finale. L’ultimo quarto serve come vetrina per i giovani e per arrotondare il risultato fino al 96-70 finale. Stefano Pece