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Pos | Team | PTI | V | P |
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Lui la partita contro Brescia l’ha giocata alla grande. E sono i numeri a sottolinearlo: 17 punti con il 60% da due e il 50% da tre, 4 rimbalzi e 2 recuperi in 25′. Questo è il sontuoso bottino di Stefano Masciadri che però non sono bastati all’OraSì per e-vitare un ko che lascia l’amaro in bocca dopo quello ancora più indigesto di Treviglio. “Difficile parlare dopo due sconfitte così, soprattutto al termine di partite belle, intense e giocate fino all’ultimo – dichiara l’ala – e dispiace parecchio non essere riusciti ad aggiudicarcene nemmeno una, anche se il rammarico maggiore è per quella di Treviglio rispetto alla gara con Brescia dove abbiamo dato tutto ciò che era nelle nostre corde rientrando negli spogliatoi a fine match veramente stremati”. Di certo quando ci si trova sotto di due a 31″ e scivolare a pochi centimetri dal traguardo come nella gara con Brescia è una vera beffa. “Peccato perché siamo arrivati a un passo dalla vittoria e ci è mancata solo un po’ di freschezza e lucidità che probabilmente avremmo avuto giocando magari ventiquattro ore più tardi. E’ l’unico rammarico che possiamo a- vere oltre a quello di essere ricorsi a forzature che non ci sono abituali”. Analizzando con sportività la partita, Masciadri non punta il dito nemmeno sul trio arbitrale il cui metro di giudizio è stato contestato dal pubblico “E’ un campionato dove si gioca così e nessuno di noi si è tirato indietro: bisogna solamente essere bravi a non farsi innervosire continuando a giocare senza condizionamenti”. La gara contro la prima della classe è così archiviata e si deve già guardare al futuro. “Abbiamo il week end libero dove potremmo recuperare energia sperando in risultati a nostro favore sugli altri campi per non uscire dalla fascia medio-alta della classifica”. Tutto questo in vista della trasferta di Verona di domenica 7 febbrario. “Andremo per riscattarci, poiché abbiamo compreso che se giochiamo con questa intensità a palle gli episodi possiamo essere pericolosi contro qualsiasi avversario”. Maurizio Coreni