Aeroporto “Luigi Bourlot”, Vigna di Valle, anno 1992-93
Plus/Minus. Era il 1992/93 ed è stato il mio primo anno da head coach a livello senior. Ero vicino a Roma, a Vigna di Valle ed allenavo la squadra delle Forze Armate. Sia io allenatore che il mio vice Ernesto Dissegna, che tutto il roster della squadra eravamo militari di leva presso l’Aeronautica. Facevamo l’allora B2. Venivo da cinque stagioni da vice allenatore in B1, avevo 26 anni e credevo di sapere tanto… Proporzionalmente, ho imparato molto più da quella stagione che in tutta la mia carriera. L’ambiente cestistico di Roma di allora era davvero vitale, lo dimostra il fatto che tante delle figure di riferimento del tempo, sono ancora “sul pezzo”: Maurizio Polidori, Andrea Paccarié, Germano D’Arcangeli, Gigi Satolli. Una delle cose più importanti che scoprii e mi rimase nel mio successivo percorso fu quella di valutare le prestazioni dei miei giocatori non tanto in base ai punti realizzati, né tantomeno alla valutazione individuale, quanto al loro rendimento plus/minus. Cosa significa? Il plus/minus è il differenziale di partita con cui un giocatore fissa la propria performance in base ai minuti giocati… Cioeeeè?!? Cioè se entro con la mia squadra a -2 di punteggio partita ed esco con i miei a +4 avrò raccolto +6 di plus/minus; viceversa se entro con la mia squadra che è a +8 ed esco a +2 avrò -6…
Vero che il basket è sport di squadra allo stato puro, vero che la prestazione personale spesso è pesantemente condizionata dai compagni che trovo al mio fianco, però in tante situazioni il plus/minus racchiude in modo assolutamente attendibile il positivo ed il negativo della prestazione del singolo. Soprattutto in un team che utilizza tutti i giocatori a disposizione e distribuisce in modo ampio ed articolato il minutaggio dei singoli. Dopo 23 stagioni in cui mediamente ho seguito almeno 3 campionati a stagione, quindi, arrotondando per estremo difetto, dopo oltre 1500 partite alla cui analisi applico la logica del plus/minus, posso affermare con relativa sicurezza due cose: che è una statistica estremamente affidabile della qualità prestativa del singolo se il minutaggio è sufficientemente distribuito tra i 10/12 giocatori (tutti con almeno 10′ di utilizzo e nessuno con più di 30′); che nel 90% dei casi leggo “a pelle”, in modo efficace “in tempo reale”, se un mio giocatore ha plus/minus attivo o passivo senza bisogno di consultare il rilevamento statistico. Premesso che è obiettivo sia mio che di tutto il nostro staff concedere in ciascuna partita, a prescindere dal risultato, due passaggi in campo a ciascuno dei giocatori a referto, beh, se concediamo qualche minuto in più od in meno ad ognuno di loro o se li schieriamo nel quintetto finale riservandogli magari il terzo (e più ambito) spezzone di partita é proprio in base a questa statistica. Se il basket è lo sport di squadra per eccellenza, il plus/minus è lo strumento che più quantifica la consistenza dei minuti giocati dal singolo: è il dato statistico che materializza ogni aspetto visibile, ma soprattutto invisibile, della performance individuale! Nessun giocatore ama essere sostituito e ciascuno dei 12 del team vorrebbe essere in campo: la mentalità stessa del player deve essere questa! Lo “share” dei 200 minuti disponibili a partita per scelta noi staff lo determiniamo attraverso tre elementi valutativi. Il primo è appunto coinvolgere tutti. Il secondo è farlo con quintetti equilibrati per consistenza tecnica e livelli di energia. Il terzo è il plus/minus. Se giocare è importante per tutti, essere una risorsa per la propria squadra nei minuti spesi in campo è la condizione indispensabile. Work hard, play harder…!