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Non sarà la Basket city che fu Bologna dei tempi rimpianti di Da-nilovic e Myers ma Ravenna si scopre città dei canestri. Duemilacentoventotto spettatori domenica scorsa per la partita contro Treviso, pezzo di storia della pallacanestro italiana. E passi che almeno in 400 erano calati dal Veneto. Restano sempre 1.700. Più del calcio. E più del volley purtroppo emigrato ma pronto a infilare la via di casa. Record impensabile qualche anno fa. Ma neppure nell’afa estiva quando la società boccheggiava a corto di fondi per alimentare la gioiosa macchina carrozzata Manetti. Il presidente Roberto Vianello gode l’attimo. Ma pensa al futuro. A sgomitare tra le grandi, ma soprattutto a far crescere società e movimento. E chiede spazio. Un palazzo nuovo magari ma anche qualche palestra per allenare le mani e le ambizioni dei più giovani. Avete fatto il record di spettatori nella storia del basket ravennate. Ci credeva? «No, francamente no. Non ce l’aspettavamo all’inizio del campionato. E’ vero che l’anno scorso facevamo il tutto esaurito ma il Pala Costa al massimo teneva un migliaio di spettatori. Non mi dimentico che meno di dieci anni fa, alla palestra Morigia, facevamo sì e no quaranta presenze. Ora siamo qui. E’ stato un bello spettacolo contro Treviso, con i nostri tifosi insieme ai loro a cantare Romagna mia. E’ stata l’essenza di questo sport e dei valori che vogliamo dare ai nostri ragazzi. Poi abbiamo anche vinto contro Treviso. E per me che sono veneziano è stato ancora più bello…». In estate sembravate morti. Poi la svolta. Merito di chi? «Della città, della gente che ci ha dimostrato affetto. Ce l’eravamo vista brutta. Dopo 14 anni l’Acmar ha concluso il suo sostegno per motivi non dipendenti da loro. Piacentini poi ci a-veva bloccato per un mese e mezzo. Ma è stato lo slancio della città, con l’incredibile colletta, a salvarci. Quando OraSì ha visto quello che accadeva ci ha detto subito sì. Grazie ai ravennati abbiamo trovato uno sponsor appassionato». Cosa attira i pubbuco da record? «Al di là della bellezza di questo sport per me è l’ambiente onesto e pulito che fa la differenza. Sono l’atmosfera è l’aria che si respirano venendo alle partite. Qui siamo tutti amici e la gente questo lo apprezza. Lo dimostra il fatto che il nostro settore giovanile si sta gonfiando: abbiamo 430 ragazzi. Non sappiamo più dove metterli…». Pare di capire che manchino gli spazi. «Infatti. A Ravenna c’è una evidente carenza di palestre. Questa stagione peraltro l’abbiamo iniziata senza la Morigia che fortunatamente ora è disponibile. Stiamo stretti. E la tendenza è a crescere…». Almeno avete il Pala De André. «Sì. Ma non risolve il problema. Purtroppo è un impianto troppo caro. I costi sono alti, anche solo per il riscaldamento per via della cupola altissima. E’ una struttura che peraltro ha anche altre vocazioni, affidata a un privato che giustamente deve fare business. Io credo che l’amministrazione deve convincersi che la città ha bisogno di un altro palazzetto». Non si costruiscono gratis. «Lo so. Dico però che non serve un’opera d’arte. Per giocare e rispettare i parametri basta anche un cubo. Si può fare? Si dovrà fare…».