• 24/11/2015
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La Voce di Romagna, 24 novembre 2015: L’OraSì si coccola Deloach

Doveva essere la partita del riscatto fra le mura amiche per l’OraSÌ dopo le due sconfitte inteme consecutive subite contro Verona e Recanati, quest’ultima particolarmente dolorosa per come era maturata. La risposta della squadra ce stata sfruttando il suo leader offensivo Michael Deloach e raddrizzando una gara che all’intervallo lungo pareva compromessa. “Devo ammettere che siamo una formazione un po’ pazza -spiega la guardia -, ma la chiave di volta è stata la sgridata che il coach mi ha dato nel corso del secondo quarto. I suoi rimproveri mi hanno fatto piacere poiché di solito gli allenatori non lo fanno mai con i loro americani: le sue osservazioni mi hanno sbloccato e con me anche la squadra che si è sentita stimolata a fornire una prestazione migliore di quella fino a quel momento esibita. Abbiamo cominciato a correre di più, a difendere meglio giocando maggiormente in transizione: avere preso il giusto ritmo ci ha permesso di sorpassare Chieti e di vincere la partita”. Un traguardo quasi impensabile dopo l’orrendo avvio. “Non so fornire una spiegazione razionale al nostro pessimo inizio: in generale giochiamo meglio in trasferta forse perché in casa sentiamo forte la pressione di dovere ripagare al massimo l’entusiasmo dei nostri tifosi. In quest’occasione il fastidio per la partita persa con Recanati evidentemente incombeva ancora su di noi e questa tensione l’abbiamo pagata fino al momento in cui siamo riusciti a scioglierci e a giocare come abbiamo dimostrato di sapere fare”. Deloach, il migliore in campo con i suoi 21 punti e 30 di valutazione come otto giorni prima a Legnano dove le sue cifre erano state addirittura superiori (30 punti e 31 di valutazione) riesce ugualmente a essere critico con se stesso. “Il mio obiettivo è disputare i play off spingendomi costantemente a dare qualcosa di più e questo forse mi porta a non essere sempre equilibrato nel gioco specie se devo coprire il ruolo di play mentre in quello di guardia penso di dare il meglio di me stesso perché ho più possibilità di essere incisivo: questo non vuole dire che non sappia passare la palla tanto che la scorsa stagione sono stato il migliore del campionato nella classifica degli assist ma solo che in questa posizione con una marcatura più stretta posso creare lo spazio giusto per un compagno meglio piazzato”. A rimarcare il concetto fanno fede i sette assist forniti durante la gara a Smith puntuale a convertirli a canestro. “Taylor è un lungo che ama correre e siccome non ce ne sono tanti come lui in giro, è chiaro che dobbiamo sfruttare le sue caratteristiche cercando di servirlo nella maniera migliore”. Maurizio Coreni

 
 
 
 
 
 
 
 


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