• 19/11/2015
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Il Resto del Carlino, 19 novembre 2015: “Vinciamo al De Andrè”

DOPO una settimana a luci e ombre, l’OraSi ha bisogno di trovare una continuità di rendimento, quella che sta mancando sul parquet amico del Pala De André, dove i risultati stentano ad arrivare. A proposito di continuità, Stefano Masciadri sta risultando uno degli elementi più solidi in casa giallorossa e sta offrendo un contributo consistente con medie di 12.8 punti e 4.4 rimbalzi. L’ala giallorossa si sta ancora sottoponendo a sedute di fisioterapia per riprendersi dalla ‘botta’ al dito rimediata qualche settimana fa che comunque non gli ha impedito di essere sempre presente. E’ lui a tracciare il bilancio dell’intensa settimana appena trascorsa. Masciadri, come sta? «Il dito va molto meglio, non c’è nulla di rotto, solo un po’ di preoccupazione iniziale. Con tre partite in 7 giorni non ho avuto modo di curarlo al meglio, ma adesso che c’è un po’ di margine posso recu- perare». Come si spiega l’altalena di rendimento dell’Orasi? «Dipende tutto dal nostro approccio mentale. Dopo Imola, come ha detto coach Martino, ci siamo forse rilassati un po’ troppo e in un campionato come questo non te lo puoi permettere. Credo che la lezione sia stata assimilata e a Legnano lo abbiamo dimostrato. Nonostante la scarsa brillantezza della prima parte, siamo riusciti a rimanere incollati alla partita e negli ultimi due quarti siamo venuti fuori molto bene. Abbiamo dimostrato che quando vogliamo, siamo un osso duro per chiunque». Adesso però bisogna infrangere il tabù Pala De André. Cosa non ha funzionato finora? «Ogni partita ha la sua storia e le sue motivazioni. Con Ferrara c’era la tensione del debutto, Verona è venuta con la necessità di vincere anche a costo di giocare una brutta partita, come poi è stato. E per Recanati una sconfitta avrebbe significato il taglio dell’allenatore e in quelle occasioni la squadra da sempre qualcosa in più. Ma in definitiva siamo noi che non abbiamo funzionato. Non e una questione di campo, di punti di riferimento diversi o vicinanza dei tifosi. Non dobbiamo pensare a quello che è all’esterno, ma concentrarci semplicemente su quello che dobbiamo fare, perche alla fine tutto dipende da come entriamo in campo». Domenica arriva Chieti che fuori casa non ha mai vinto. «Anche questa partita presenta comunque tante variabili. Loro hanno giocatori esperti, come Allegretti e altri piuttosto interessanti come Monaldi che è uno dei talenti più brillanti del campionato, e due americani di ottimo livello, quindi non vanno presi sottogamba. Per invertire il trend negativo in casa dobbiamo giocare come negli ultimi due quarti a Legnano e non permetterci break mentali». Stefano Pece


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