Il Resto del Carlino, 6 giugno 2015: Noi Ravennati: Basket, tempo quasi scaduto
Mi spiace vedere la brutta fine cui sta andando incontro il Basket Ravenna. Ci siamo lasciati a fine stagione in un palasport piccolo ma pieno di entusiasmo e facce pulite, ora non sappiamo nemmeno se esisteremo ancora. Mi chiedo, forse valeva la pena accettare l’idea di fondersi con Forlì piuttosto che scomparire?
Non rimpiangerei l’offerta di Forlì. Perché un matrimonio occorre che ci sia rispetto fra le due parti, invece Forlì voleva inglobare il nostro titolo sportivo, giocare a casa loro e con i loro colori, insomma c’era una bella dose di supponenza. Semplicemente non avrebbe potuto funzionare. E comunque Ravenna si è ritirata serena dall’affare perché lo sponsor Piacentini le aveva offerto un milione in tre anni, cioè fieno abbondante in cascina. E Ravenna si è trovata a camminare sul filo e senza più la rete sotto i piedi. Cosa può essere successo? “Non ci sono le condizioni ottimali per una nostra presenza” sentenziò Piacentini in un asciutto quanto gelido comunicato stampa. Una giustificazione plausibile dell’improvviso disamore del mancato sponsor può trovarsi anche nel fallito matrimonio con Forlì: pare che a Piacentini stuzzicasse assai l’idea di finanziare un team di basket romagnolo ad ampio respiro. E un dato di fatto è che, svanita questa ipotesi, dal radar di Ravenna è svanito pure Piacentini. E ora? E ora si può solo notare come dalla nostra città nessuna realtà imprenditoriale abbia seriamente risposto all’appello del presidente Vianello. E il tempo stringe.