La Voce di Romagna, 5 giugno 2015: Il futuro del Basket Ravenna è nelle mani della città
“E’ il momento di capire se davvero Ravenna vuole mantenere la pallacanestro” O la città di Ravenna questa volta si muoverà in maniera concreta per aiutare la sua maggiore realtà cestistica o la pallacanestro cittadina scomparirà. Non si vedono all’orizzonte altri scenari riguardanti il futuro della Piero Manetti, entrata nella settimana più difficile della sua storia dove dovrà cercare di reperire le risorse necessarie per sostenere il campionato di serie A2, dopo che l’Acmar ha terminato la sponsorizzazione dopo quattordici anni come da accordi presi durante l’ultima stagione sportiva, mentre la Piacentini Costruzioni si è tirata indietro all’ultimo dopo aver promesso una sponsorizzazione triennale da 300mila euro a stagione lo scorso 19 aprile. Se Ravenna non troverà parte del budget attraverso le donazioni dei tifosi e degli imprenditori entro mercoledì 10 giugno, l’avventura terminerà. “Siamo rimasti colpiti da quanto è accaduto nelle ultime settimane – spiega il presidente Roberto Vianello -, ma voglio sottolineare che il Basket Ravenna intende fare fronte compatto per superare le traversie che sono intervenute ed è impegnato per proseguire il percorso intrapreso in questi anni. Io stesso in prima persona confermo il mio impegno in termini di tempo e di denaro, ma è chiaro che non potrò sostenere da solo e senza il main sponsor il costo di un campionato di serie A2. Da questo pensiero e dalle numerose offerte di aiuto giunte a me e ai miei collaboratori in questi giorni è nata l’idea di richiedere aiuto alla città, per valutare la risposta della nostra cittadinanza e della classe imprenditoriale. E’ un tentativo che vogliamo fare e che magari potrebbe risolvere la situazione. Specifico che, qualora non si raggiunga la permanenza in serie A, restituiremo le somme di denaro donate a chi avrà creduto in noi; per questo motivo non parlerei di colletta, ma di condivisione di risorse per un fine che coinvolge tutti. Il messaggio che vogliamo fare passare è che “noi vogliamo continuare a giocare”, ed insieme possiamo farlo”. Ravenna può vendere l’A2 a Udine
Sarà l’epilogo se mercoledì non dovesse arrivare il budget richiesto: “Sarebbe la sconfitta della città e non la mia: in caso di mancata iscrizione al campionato non ripartirei dalle serie inferiori” Il dietrofront della Piacentini Costruzioni non è stato ancora digerito dal patron ravennate, soprattutto per il modo in cui è avvenuto, con l’azienda modenese che non ha dichiarato nulla di ufficiale ai dirigenti romagnoli. “Si è creata una situazione illogica – continua Vianello -, un cambio di volontà che nessuno si è saputo spiegare. Nella nostra società tutti pensiamo che basta una stretta di mano per definire un accordo e quel giorno quando ci siamo alzati da tavola al termine del pranzo eravamo d’accordo su ogni aspetto. E’ per questo motivo che abbiamo scritto un comunicato stampa pur non essendoci un contratto firmato, perchè tutti noi eravamo certi che l’accordo fosse mantenuto. Alla fine è andata diversamente, ma non vogliamo di certo andare per vie legali contro l’azienda, perchè non è nel nostro stile. Non ci abbiamo mai pensato e mai ci penseremo. La Piacentini Costruzioni non si è più fatta sentire da tempo e il nostro rammarico maggiore è che se fosse stata chiara sin da subito saremmo partiti con l’iniziativa di raccogliere fondi una quarantina di giorni fa e non a a giugno con pochi giorni a disposizione per trovare le risorse economiche”. La data fissata per terminare la raccolta è mercoledì prossimo ed è impossibile che arrivi una cifra che si aggiri intomo ai 300mila euro (ma anche la metà…) che servirebbero alle casse del club, visto che i tifosi non potranno certamente fare sacrifici enormi mettendo mano al portafoglio. “Tra qualche giorno valuteremo se ci sarà uno zoccolo duro per poter partire con una certa sicurezza, sperando poi arrivino aiuti durante la stagione. Non è questo il mio modo di agire perchè voglio sempre avere ampie garanzie prima di iniziare un percorso, ma sarebbe comunque una base di partenza. Piuttosto credo che questa iniziativa serva per far capire se veramente a Ravenna interessa la pallacanestro, perchè se così non sarà, allora è giusto che finisca in questo modo. Gli sponsor che ci seguono sono infatti arrivati quasi tutti grazie al mio lavoro”. All’orizzonte c’è anche lo spettro della vendita del titolo sportivo, un triste epilogo che potrebbe verificarsi già tra una decina di giorni. “Il 10 giugno è il termine massimo che abbiamo dato ai nostri collaboratori e ai giocatori dello scorso campionato per spiegare i nostri piani futuri e se non ci saranno le garanzie per la prossima stagione, lasceremo tutti liberi. E’ un segno di rispetto anche nei confronti dei procuratori e degli atleti che si stanno proponendo anche riducendo le richieste iniziali di ingaggio, ma anche verso un eventuale compratore del nostro titolo sportivo, perchè dobbiamo dare il tempo per costruire la squadra per il prossimo campionato: Udine mi sta chiamando ogni giorno ed è molto interessata. La vendita del titolo sportivo sarebbe la sconfitta della città, non la mia o del Basket Ravenna”. Una cosa è certa: se mercoledì non ci sarà il lieto fine alla vicenda, Vianello non ripartirà dalle serie inferiori. “Resterà soltanto il settore giovanile. La serie A2 è stato l’epilogo di un percorso iniziato anni fa in serie C. Se quanto costruito dovesse essere gettato al vento, per quale motivo e con quali stimoli dovrei ricominciare?”. Luca Del Favero