• 30/03/2015
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Il Gazzettino, 30 marzo 2015: Stratosferica De’ Longhi

Dimostra di aver dimenticato Recanati, la De’ Longhi. Quello del PalaCingolani è stato solo un piccolo incidente di percorso. La banda Pillastrini evidenzia per l’ennesima volta una crescita psicologica e tecnica imperiosa annichilendo Ravenna, a cui concede poco più di un quarto di gara prima di macinarla in maniera impietosa. Che il pungolo sia il pienone di pubblico (5.269, nuovo record per 1A2) o la coreografia di inizio gara, il risultato è un avvio scoppiettante. I romagnoli si affidano al duo americano Holloway-Singletary, con il secondo funambolico in tante azioni. Sul fronte opposto Coron Williams dimostra uno stato di forma eccezionale: subito 12 punti per il folletto Usa, abbastanza per rispondere alle puntate offensive dell’Acmar e per firmare un mini-allungo biancoceleste (23-17). Segnali incoraggianti, specie a livello mentale: Treviso accetta volentieri il corri-e-tira proposto da Martino e pazienza se Raschi prima della sirena riduce il gap a quattro lunghezze. Ed è curioso come alla velocità iniziale si contrapponga un secondo parziale da ritmi bassi. Ravenna schiera la zona 2-3 per sporcare le linee di passaggio trevigiane. La scelta è parzialmente azzeccata perché la De’ Longhi, a parte un paio di canestri di Rinaldi, si blocca in attacco. Tuttavia i giallorossi non trovano soluzioni offensive valide, mancando il riaggancio nel punteggio. E quando sul parquet torna Powell l’elastico riprende ad allungarsi (35-28). Ancora Raschi tenta di scuotere gli ospiti ma due liberi di Fantinelli regalano il +11 a Treviso al ventesimo. Otto. È il numero dei punti concessi dalla De’ Longhi agli avversari in tutto il terzo quarto di gioco: quattro di Hol-loway, due di Cicognani e due di Tambone. Treviso? Si limita (eufemismo) a segnarne 23. Ancor di più: impartisce una vera lezione di gioco all’Acmar. Rottura dei raddoppi con rovesciamento di lato, recuperi con contropiede, circolazione veloce, controllo assoluto a rimbalzo: è imbarazzante la netta superiorità palesata dai bianco-celesti. Il pubblico del Palaverde non deve far altro che applaudire. È uno spettacolo. O, a seconda dei punti di vista, un massacro sportivo. E il tutto senza apporto di punti da parte della panchina, dato che il primo canestro a bersaglio da parte di una riserva giunge solo al 29′ con Negri (62-36). Gli ultimi dieci minuti sono una mera formalità. La retroguardia dei padroni di casa concede qualcosa a Singletary, continuando nel frattempo a macinare gioco e risultati. A differenza di altre occasioni, il grande vantaggio accumulato non viene scialato ma mantenuto con giusto piglio. Dominio: è questa la parola chiave della De’ Longhi. Che ormai vede i playoff davvero vicini.


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