• 15/03/2015
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Il Resto del Carlino, 15 marzo 2015: Una disfatta per l’Acmar

LA PEGGIORE Acmar della stagione esce con le ossa rotte dalla trasferta di Verbania, sul campo della Paffoni Omegna. La squadra piemontese conferma tutta la sua devastante potenza offensiva (71% dal campo per oltre 35′) mostrando anche una buona solidità difensiva che stordisce i romagnoli. Al contrario, per quanto riguarda l’Acmar, è proprio la difesa, solitamente il punto di forza, a crollare sotto i colpi di lannuzzi e compagni, scarsamente coadiuvata da un attacco insolitamente sterile. La contesa dura quindi solo un quarto rendendo amarissimo il ritorno in campionato dopo la parentesi di Coppa Italia. OMEGNA spinge sull’acceleratore cercando di indirizzare sui bianri a lei più congeniali la partita fin dalle prime battute, e lo fa affidandosi alla vena di uno lannuzzi in serata di grazia (14 punti per lui nel primo quarto). Ma, almeno nel primo parziale, l’Acmar riesce a restare agganciata al match. Per due volte Omegna scava un solco di 10 punti e in entrambe le occasioni Singletary (nella foto) e compagni ci mettono una pezza. Tuttavia, se la Paffoni vanta il miglior attacco del campionato, lo dimostra nel secondo quarto, mettendo a ferro e fuoco la difesa gial-lorossa. Cappelletti e Masciadri accendono l’offensiva e lannuzzi non vuole sottrarsi alla festa, salendo a 22 punti in 20′. Inoltre la formazione di casa smentisce la sua fama di difesa ballerina sbarrando le porte ai giallorossi per oltre 6 minuti. La forbice si allarga e i romagnoli sprofondano a -18 (45-27), mostrando scarsi segnali di vitalità. LA PAUSA però non serve a portare consiglio ai giallorossi, che rimangono spettatori del monologo della Paffoni. Gurini e Cappelletti firmano il +23 (62-39) dopo 5′, e il solito lannuzzi mette il +26 con un gioco da 3 punti a 3’43” dalla sirena. Quando Conger firma il +32 sulla sirena del terzo periodo, la partita è già finita (79-47). Ravenna non c’è più e il passivo tocca anche i 40 punti (89-49), quando Omegna decide di tirare un po’ il freno e controllare fino al 94-61 finale. Stefano Pece

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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