Il Resto del Carlino, 11 febbraio 2015: Il segreto dell’Acmar
LA VITTORIA sul campo della Ba-kery Piacenza ha rilanciato al primo posto l’Acmar Ravenna dimostrando che la sconfitta con Recanati è stata solo un incidente di percorso. Amoni che partita è stata quella di Piacenza? «Loro sono partiti forte, ma noi l’avevamo impostata sulla corsa e sull’intensità consapevoli del fatto che, per motivi anagrafici, sarebbero calati alla distanza. Inoltre il loro umore non è dei migliori e, quando abbiamo alzato il ritmo in difesa, si sono demoralizzati e hanno ceduto. Piacenza è però squadra di talento e stupisce che perda tante partite». Forse perché i grandi nomi non fanno una squadra. «In un campionato come questo conta l’amalgama e Piacenza mi ha dato l’idea di non averla trovata. Il talento non si discute, ma con le ‘figurine’ non vai da nessuna parte. Al contrario la nostra squadra, senza grandi nomi, è ancora lassù al pari di Treviso». Tuttavia, molti addetti ai lavori continuano a dire che Ravenna è la meno attrezzata delle squadre di vertice. «Ma a noi fa piacere che lo dicano, vuol dire che continueranno a perdere quando ci affronteranno. Senza falsa modestia stiamo dimostrando che il lavoro conta e, forse proprio perché sulla carta siamo sfavoriti, diamo sempre qualcosa più degli altri. Conta il gruppo più dei nomi. La nostra squadra è stata costruita su queste basi e in questo campionato forse soltanto Treviglio ci somiglia». Il tuo momento? «Non sto attraversando un buon periodo. Segno poco e riconosco che quando non faccio canestro mi deprimo un po’. Ultimamente non mi riescono le cose che a inizio stagione mi venivano facili. Sono momenti che capitano nella stagione di un giocatore. Scendo comunque in campo tranquillo perché avverto la fiducia dei compagni e dell’allenatore. Lo stesso Martino mi ha detto che questi momenti passano. Spero che la bomba finale a Piacenza mi abbia sbloccato, soprattutto in vista della Coppa Italia, dove ci sarà bisogno di tutti». Domenica arriva Chieti. «Chieti è squadra tostissima, quella che all’andata ci ha messo più in difficoltà. Ci hanno messo tanti sassolini negli ingranaggi perché il loro allenatore prepara le partite meticolosamente. Inoltre hanno preso Sergio che è un buon rinforzo e poi c’è Sollazzo in questo momento il loro giocatore più importante. Anche con Recanati è stato lui a risolvere la partita e sicuramente qui, da ‘ex’, avrà voglia di fare bella figura». Che accoglienza ti aspetti per Sollazzo? «Credo che i nostri tifosi gli faranno un’accoglienza bellissima. La fortuna di avere un pubblico di famiglie è questa: si affezionano all’uomo, indipendentemente dal fatto che indossi una maglia diversa. Inoltre Adam è stato il primo americano di Ravenna e credo abbia lasciato un buon ricordo”. Stefano Pece