• 15/12/2014
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Corriere di Romagna, 15 dicembre 2014: Martino alla fine ha applausi per tutti

L’ottava meraviglia dell’Acmar è stata costruita mattone dopo mattone, sporcando il gioco avversario e capitalizzando quanto costruito contro la difesa trevigiana. «Siamo molto contenti per quello che abbiamo fatto – sottolinea Antimo Martino – si percepiva che ci trovavamo di fronte ad una partita speciale per noi, per l’importanza dell’avversaria e del suo pubblico. Avevo detto ai miei ragazzi che il risultato non avrebbe cambiato nulla in una stagione straordinaria. Ci volevamo fare un ulteriore regalo. Sapevamo che facendo le cose giuste avremmo potuto portarcela a casa. Così è successo. La fotografia della partita è stata la grande volontà dei miei ragazzi che non si sono veramente mai arresi». Martino individua così le chiavi della partita. «Nel primo tempo siamo stati molto bravi in attacco e il divario è rimasto contenuto grazie a dei tiri difficili di Fabi e Negri. Treviso è una squadra molto grossa, che riempie bene l’area. In certe situazioni non siamo riusciti ad attaccarli. Sul 58-50 abbiamo subito il rientro degli avversari, ma abbiamo risposto pareggiando il conto dei rimbalzi contro una squadra che sotto può contare su Rinaldi e Powell che possono giocare sia spalle che fronte a canestro. I tiri liberi ci hanno dato una grossa mano, fino a quando siamo stati fluidi ad attaccare l’area è andata bene, poi abbiamo subito qualche disequilibrio fisico tra Raschi e Powell o Rivali-Po-well. Abbiamo sprecato tante ener- gie contro il loro gioco e non è per niente facile con un quintetto piccolo difendere contro Powell che è veramente enorme per le nostre caratteristiche soprattutto quando Amoni non è in campo. Holloway ha difeso benissimo su Williams, tenendolo a 6 punti quando di media ne realizza 16». Tra sei giorni al PalaCosta arriva l’Andrea Costa. «Ci aspetta un derby molto interessante contro Imola – prosegue Martino – una squadra che anche senza americani ha comunque un suo equilibrio. Il nostro primo posto è bello, siamo abituati a stare nella metà di sinistra della classifica. Anche se non era questo il nostro obiettivo iniziale, ora vogliamo continuare così», (a.g.)


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