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Pos | Team | PTI | V | P |
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L’Acmar ha fallito la prova del nove, intesa come numero della giornata di campionato. Il copione della partita di Ferentino contro Scafati ha seguito quello delle altre due sconfitte esterne, Latina e Chieti. I giallo-rossi si erano trovati a +12 verso la fine del secondo quarto (25-37) per poi crollare sotto un parziale 36-12 che ha spaccato in due la partita in favore dei campani, proprio come accaduto in precedenza contro laziali e abruzzesi. Acmar sempre seconda. Il ko non ha cambiato la sostanza della classifica, Ravenna è sempre seconda dietro Treviso e i piani-salvezza sono a maggior ragione perseguibili, ma forse un piccolo campanello d’allarme per questa Acmar dal doppio volto può tintinnare. Ma, come sempre, è sottile la linea che separa i demeriti propri e meriti degli avversari. «Complimenti alla Givova – sottolinea coach Antimo Martino – che ha meritato il successo per essere riuscita a cambiare atteggiamento nel corso del secondo tempo. Al rientro dall’intervallo Scafati ha aumentato la propria aggressività e noi, che eravamo in controllo, ci siamo disuniti, subendo un parziale pesante. Nel terzo quarto abbiamo provato a restare a contatto, ma l’inerzia era passata in mano ai nostri avversari, e non siamo riusciti a costruire una rimonta completa. Provo un certo rammarico poiché ci è già capitato di soffrire questo aspetto in trasferta e si tratta di un aspetto chiave per fare la differenza in trasferta. Potevamo vincere, nel primo tempo l’abbiamo dimostrato, purtroppo nella ripresa abbiamo fatto l’opposto di ciò che serviva per vincere. Ci sono mancati alcuni riferimenti, avevamo bisogno di un contributo differente da parte di alcuni giocatori, ma purtroppo non è accaduto. Non si tratta di un problema individuale, ma di squadra: siamo molto in alto nelle classifiche di squadra, ma in quasi nessuna individuale, segno che la nostra forza è proprio nel gruppo. Sabato non siamo riusciti a fare la differenza». Effimero allungo. L’allungo, rivelatosi poi effimero, fino al +12, è passato dalle mani di Raschi, vero mister utilità partendo dalla panchina. «Eravamo partiti bene -spiega il sammarinese – ma all’inizio del terzo quarto non siamo riusciti a realizzare un paio di canestri ben costruiti e a quel punto facili. Dovevamo chiuderla lì ma non abbiamo avuto l’istinto del killer. Loro invece hanno trovato delle soluzioni difficili con giocatori anche a sorpresa (8 punti di Ruggiero, ndr) e questo gli ha dato fiducia. A quel punto anche Lestini (15 punti) e Bisconti hanno alzato il livello e questo ha fatto la differenza in loro favore». Domenica arriva Omegna. «I nostri futuri avversari – conclude Raschi – si presentavano con i favori del pronostico per un campionato d’alta classifica. Noi dobbiamo prepararci al meglio per tenere inviolato il nostro campo». Agostino Galegati