• 03/06/2014
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Il Resto del Carlino, 3 giugno 2014: Giordani lascia la guida dell’Acmar

LA NOTIZIA è arrivata come un fulmine a del sereno in una mattinata festiva come quella del 2 giugno. Quasi in ‘punta di piedi’ per non voler disturbare, ma è di quelle che lasciano il segno, sia tra i tifosi che tra gli addetti ai lavori. ‘Lupo’ Giordani non è più l’allenatore dell’Acmar, lascia la panchina giallo-rossa. «HO deciso, con grandissimo dispiacere, di non proseguire il mio cammino con l’Acmar  ha detto con la voce rotta dall’emozione  una scelta dettata solamente dal mio senso di responsabilità. In questo momento non sono più in grado di dare, come meritano questa squadra e questa società, il 110 per cento. Non posso garantire la qualità e l’attenzione necessarie a svolgere il ruolo di allenatore dei giallorossi. Io sono anche imprenditore, oltre che allenatore, e ora non riesco più a fare le due cose con la giusta attenzione. Ho passato anche un periodo in cui facevo una gran fatica a dormire per i pensieri che avevo in testa. E’ giusto quindi rinunciare a qualcosa e lasciare il posto a chi possa dare ogni giorno il massimo per il bene di questa società, a cui auguro di fare anche meglio di quanto io abbia fatto in questi due anni. Anche se – e Giordani lo ha detto con un sorriso – non sarà poi così facile visto che ho vinto il 66% delle partite disputate, mica male come numeri». L’ORMAI ex coach dell’Acmar ha ammesso che era da qualche mese, precisamente dalla partita di Recanati, che aveva capito di non poter più dare il massimo ogni giorno, «ma questo non significa che ho ‘vivacchiato’ nel finale di stagione. Anzi ci tenevo da matti a lasciare la squadra con un ‘colpaccio’. In cuor mio ero convinto di poter arrivare alla finale dei playoff promozione, visto che con Singletary avevamo trovato la quadratura del cerchio della squadra. Ecco perchè mi ha ‘tirato’ da matti perdere in gara 5 nei quarti contro Ferrara». COMUNQUE questo passo indietro di Giordani non significa che il tecnico cervese abbando- ni il basket, «ci mancherebbe, la pallacanestro è la mia ragione di vita. Darò ancora consigli al Basket Ravenna, anche perchè in questi due anni ho conosciuto un ambiente e persone fantastiche, dal presidente Vianello al dg Bottaro grazie al quale abbiamo fatto il salto di qualità, al general manager De Giuli. Vorrei proprio citare tutte le persone di questa società: si è creato un legame speciale con loro e credo anche con i tifosi, una cosa che resterà sempre nel mio cuore». E SUL suo successore, di cui né lui, né Bottaro hanno voluto svelare il nome, è certo «che farà bene, perchè qui ci sono le condizioni per rendere al massimo. Il Basket Ravenna è in questo momento la società di pallacanestro più sana della Romagna. Quindi la mia scelta non deve essere vissuta come un dramma. Quale il ricordo più bello di questi due anni? Di primo acchito direi la straordinaria vittoria a Firenze in gara 2 della finale promozione dello scorso anno. Ma poi la promozione stessa, la vittoria in Coppa Italia. Ho tante, tante bellissime ‘istantanee’ nella mia testa. Immagini che non potrò mai dimenticare». Luca Suprani


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