Il Resto del Carlino, 11 settembre 2013: Spaghetti, storia e canestri: ecco Adam
Adam Michael Sollazzo non ha solo la faccia da bravo ragazzo, ma sembra essere l’immagine positiva di cui il Basket Ravenna aveva bisogno per arrivare al cuore di quei pochi che ancora non lo conoscono. Ancora non parla in italiano, ma la lingua non sembra essere un problema, almeno in campo. “Sono un attaccante – ha detto poi in inglese con la traduzione di Miro De Giuli -, mi piace attaccare il ferro e prendere dei falli. Devo lavorare ancora sul tiro, ma il 4/6 che ho fatto con Legnano mi lascia soddisfatto”. Sollecitato sul suo impatto con la città, Sollazzo ha sottolineato: “Nei miei primi giorni ho avuto modo di visitarla e devo dire che è molto bella, ricca di storia e ci sono tante chiese. E, quando sono arrivato, ho passato due bellissimi giorni al mare a Marina di Ravenna”. Ma ciò più lo ha stupito è stato il primo contatto col PalaCosta e i tifosi: “Il palazzetto è più piccolo di quelli a cui sono abituato, ma sentire il mio nome pronunciato dai tifosi, fin dalla prima apparizione, mi ha veramente toccato il cuore, spingendomi a dare ancora di più”.
“Tutti i compagni – ha proseguito sorridendo l’americano – provano a parlare inglese, alcuni sono più bravi e altri meno. Ma gli italiani gesticolano molto quando parlano e questo mi aiuta a comprendere cosa stanno dicendo. Comunque c’è sempre chi mi traduce e mi fa capire quello che vuole Lupo vuole da me”. Senza contare che la società ha preparato un prontuario con le frasi in italiano e in inglese più in uso nel gergo cestistico. Il Belpaese sembra piacere a Sollazzo, che presto avrà anche il passaporto italiano, anche se continuerà a giocare come extracomunitario. “In America – ha aggiunto – l’Italia è conosciuta per il cibo, la storia e le belle donne, e arrivando qui, ho potuto apprezzare di persona questi tre aspetti”. Il primo dei quali è stato il cibo, con la cucina di Tambone che ha preparato il suo primo piatto di pasta italiana. A proposito di Tambone, il giovane play romano è stato appena convocato in Nazionale Under20. Infine, la scelta del numero 43, una dedica speciale per un amico che non c’è più. “Il mio compagno di stanza al college – ha concluso – giocava con questo numero. Purtroppo è scomparso in un incidente d’auto al secondo anno insieme. Da allora, sono passati cinque anni, gioco con questo numero in suo onore”.
Stefano Pece