Il Resto del Carlino, 13 giugno 2013: Formula Giordani: “I nostri big sono pronti. Ma la Legadue è altra cosa”
Lanfranco Giordani ha guidato l’Acmar Ravenna nel fantastico cammino tenuto in questa stagione. Il tecnico di Cervia ha saputo rivitalizzare alcuni giocatori e ha saputo tirare fuori il meglio da tutti, creando un gruppo cementato che, anche nelle avversità, non si è mai disunito. Con lui ripercorriamo la stagione scorsa.
Quando arrivò a Ravenna avvertì scetticismo per il fatto che non allenava in campo maschile da anni?
“Attorno a me non ho avvertito questo sentimento. Magari in città qualche scettico poteva esserci, ma in società ho sentito solo fiducia. Mi sarebbe piaciuto venire a Ravenna anche prima e un avvicinamento c’era stato qualche tempo addietro, ma riguardava il settore giovanile. La proposta ufficiale mi è arrivata solo l’estate scorsa da Giorgio Bottaro”.
QUando ha capito che la squadra che avevate costruito poteva vincere?
“QUando abbiamo firmato Rivali, Bedetti e Broglia, che in B1 si erano comportati molto bene, ero convinto che l’assetto fosse buono. Con quei tre, Amoni che veniva da palcoscenici maggiori e un notevole prospetto come Cicognani, la squadra che aveva preso forma mi piaceva moltissimo. Poi siamo stati bravi a inserire Penserini, un combattente, e Cernivani, un ottimo tiratore, che sono ancora molto giovani. Con questi sette giocatori ero convinto di avere in mano una squadra da playoff. Poi, vedendoli giocare nelle prime amichevoli di agosto, ho capito che potevamo fare qualcosa di più”.
I momenti belli della stagione saranno tantissmi, ma il più brutto qual è stato?
“La sconfitta con Ancona. E’ stato un fulmine a ciel sereno. Vincevamo di 23 e non stavamo sbagliando nulla da molto tempo. Improvvisamente ci siamo smarriti e in pochi minuti abbiamo dissipato tutto quel vantaggio. Mi ha lasciato con l’amaro in bocca. Un altro momento difficile è stato quando abbiamo perso gara-1 con l’Affrico in casa. Dopo quella sconfitta ero preoccupato. Ma subito dopo i ragazzi mi hanno regalato anche il momento più bello della stagione, vincendo a Firenze in gara-2. Quella è stata la vittoria più importante”.
Che cosa ha pensato quando eravate sotto di 12 punti in quella gara?
“Provavo molta rabbia perchè non c’era un vero gap tecnico. Firenze stava facendo tutto bene e gli riusciva tutto, Non ho potuto fare altro che continuare a credere nei miei ragazzi che hanno lottato su ogni palla. E alla fine questo ha pagato”.
Cosa si prova ad avere appassionato al basket un’intera città?
“E’ stata la più grande soddisfazione della stagione. La scommessa coi ragazzi era quella di offrire un prodotto pallacanestro piacevole e giocare sempre con impegno, cuore e passione. La gente ha percepito questi sentimenti e le vittorie hanno fatto il resto”.
Questo gruppo può giocare in Legadue Silver?
“Io credo che i sette senior siano un gruppo che potrebbe tranquillamente giocare al piano superiore. Ma ora vanno inseriti gli stranieri, che avranno un minutaggio elevato, e gli under. E questi sono due discorsi su cui bisogna ragionare. E’ una situazione complessa perchè bisogna creare un gruppo di giocatori che siano contenti di ciò che fanno. Se non c’è soddisfazione in ciò che si fa non c’è resa e la soddisfazione per un giocatore viene da un buon contratto e dai minuti giocati. Quindi bisognerà parlare chiaro con tutti e vedere chi potrà giocare e chi no, e bisognerà essere molto onesti con tutti”.
Lei resterà anche in Legadue?
“La volontà c’è. Ma ora ho bisogno di pensare ad altre cose rispetto al basket, perchè il finale di stagione mi ha un po’ svuotato. Ho bisogno di un periodo di decompressione. Comunque ribadisco che la volontà di proseguire il percorso insieme rimane”.
Stefano Pece