La Voce di Romagna, 11 giugno 2013: Amoni: “Un onore essere capitano di questa Acmar”
La fascia di capitano non poteva avere padrone migliore che Francesco Amoni: sorridente, solare, uomo vero, si gode questa promozione anche se resta un velo di amarezza per l’espulsione sanzionata in gara 3 che gli ha impedito di prendere parte alla festa giallorossa. “Forse – commenta Francesco – ho dato l’impressione di aver fatto una cosa brutta ma sono stato male interpretato. L’arbitro a mio avviso ha preso una decisione eccessiva ed affrettata all’interno di una partita tranquilla. Mi dispiace tanto e non vorrei che quello che è successo cancellasse tutto quello che ho fatto durante nove mesi di stagione per arrivare dove siamo arrivati, tutto il lavoro, i sacrifici e il mio contributo che penso sia stato importante, specialmente nei momenti di difficoltà della squadra”.
La squadra però non ha risentito dell’espulsione del capitano, anzi ha tirato fuori una prestazione da cinque stelle. “Dopo l’espulsione – commenta Amoni – ho letto negli occhi dei miei compagni quella grinta e voglia di vincere delle migliori partite: nel terzo quarto li abbiamo letteralmente massacrati ma secondo me il momento chiave è stato subito dopo l’espulsione. Potevamo risentirne ed invece, contando anche su un grande contributo di Locci che, all’esordio nella serie si è fatto trovare pronto, siamo rimasti sul pezzo allungando e chiudendo la partita di fatto già a metà del terzo quarto”.
Inevitabile chiedere a Francesco quando sia nata la consapevolezza che l’impresa era possibile. “Noi fin dai primi allenamenti abbiamo capito che la squadra era forte; la dirigenza ha cercato di frenare gli entusiasmi ma vittoria dopo vittoria è cresciuta la consapevolezza che eravamo una grande squadra. Il momento chiave è stato la conquista della Coppa Italia: li abbiamo calato la maschera, diventando la squadra da battere. Siamo stati bravi a resistere a tutti i tentativi di abbatterci e lo abbiamo fatto potendo contare su un contributo importante da parte di tutti, ognuno ha portato il suo mattoncino alla causa”.
“Vincere un campionato da capitano – prosegue il pivot originario di Gualdo Tadino – è un’emozione incredibile ed un grande onore. Dopo la ricostruzione estiva eravamo rimasti, oltre ai giovani, solamente io e Cico. Mi aspettava un ruolo importante, indirizzare i nuovi facendo da collante coi vecchi, portare il treno nella giusta direzione; il mio compito è stato facilitato dalla capacità della dirigenza di scegliere persone, prima ancora che giocatori, straordinarie che si sono integrate alla grande e hanno formato un gruppo compatto”.
Un plauso particolare Amoni lo vuole dedicare al pubblico che, caloroso e colorato, ha spinto i giallorossi alla grande impresa. “L’anno scorso il pubblico era più diffidente, per via dell’alternanza dei risultati. I primi segnali di amore tra la squadra ed i tifosi sono nati con le serie playoff di Rimini e Corno di Rosazzo ma è stato quest’anno che è scattato la vera Acmar-mania. Il progetto affidato a Giordani, con giocatori giovani e della zona ha reso il prodotto più appetibile al pubblico ed è nata una sinergia vincente. Nei playoff poi è stato davvero uno spettacolo con biglietti esauriti in poche ore e coreografie e calore da serie A; è un risultato incredibile essere riusciti in questo, soprattutto in una città che vive principalmente di pallavolo”.
Il futuro prossimo dell’Acmar si chiama Legadue Silver: il capitano ha le idee chiare. “Il prossimo anno? Il presidente ci ha promesso che cercherà di mantenere più ragazzi possibile di questa stagione ma sono valutazioni che andranno fatte dallo staff tecnico e dai singoli giocatori. Sicuramente c’è grande voglia di misurarsi col risultato conquistato ma staremo a vedere cosa succederà”.
Riccardo Sabadini