• 04/02/2013
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Il Resto del Carlino, 4 febbraio 2013: La soddisfazione di Giordani: “Noi non forziamo mai”

E’ RILASSATO, ‘Lupo’ Giordani, quando si presenta in sala stampa per commentare l’ennesimo successo della sua Acmar. Vincere a Rimini, poi, ha sempre un sapore particolare. «Questa è una piazza a cui tengo, sono cresciuto qui, da ragazzino venivo a vedere la Sarila, la Sacramora… — attacca il 48enne coach ravennate —. Bellissima partita, per noi non era semplice, avevamo avuto un paio di giocatori acciaccati in settimana. Rivali ha voluto giocare a tutti i costi, nonostante la caviglia gonfia. Personalmente ho allenato grandi giocatori, ma Eugenio (Rivali, ndr) è fuori dal comune: purtroppo la sua altezza lo ha limitato». Con i suoi soliti ‘sette uomini’, anche al Flaminio l’Acmar si è confermata squadra solida, compatta, con riferimenti precisi. «Crediamo fortemente nel giocare l’uno per l’altro — aggiunge il tecnico giallorosso —, vogliamo mettere il compagno nelle migliori condizioni per tirare. Contro Rimini è stata un’ulteriore dimostrazione, raramente abbiamo forzato». Tra i singoli, ‘Lupo’ spende due parole su Bedetti («E’ stato molto importante») e Amoni («Non me l’aspettavo così determinante, visto l’influenza dei giorni scorsi»), ribadendo poi come la sua squadra cerchi di scendere in campo senza pressioni («Alleno con complicità, unità di intenti: qualche avversaria, poi, può sempre giocare meglio»).

APPARE invece rabbuiato Fabrizio Ambrassa, il condottiero dei granchi che prima di inciampare con i ‘cugini’ aveva infilato una striscia di 6 vittorie interne consecutive. «Abbiamo alternato momenti buoni a ingenuità — attacca il coach riminese —, peccando di ‘letture’ sugli avversari. A volte siamo stati prevedibili, è stata fermata troppo la palla, però l’intensità difensiva non è mai venuta meno nell’arco dei 40’. Era una gara importante e ho invidiato i ragazzi per averla potuta giocare in questa ‘cornice’, con tanta gente sugli spalti, tanta partecipazione». Ricky Silvestrini, e la cosa non sorprende, fatica parecchio a digerire la sconfitta. «Sono arrabbiato, ci vuole fegato per giocare, altrimenti si deve stare in panca — non le manda a dire l’esuberante play dei Crabs —. Noi ‘vecchi’ dobbiamo spingere i giovani a far capire l’importanza di certe situazioni, ai miei tempi erano ‘cazziate’ e panchina. Siamo inferiori a Ravenna sotto tutti i punti di vista però in determinati momenti la palla dev’essere giocata da chi è in striscia».


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