• 29/01/2013
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Il Resto del Carlino, 29 gennaio 2013: L’Acmar sposa la linea verde

È STATO tra i fattori determinanti della gara di domenica con Empoli. La sua entrata in campo ha cambiato un po’ il volto dell’Acmar. Giordani lo ha definito l’ottavo uomo, promuovendolo di fatto al rango di senior come gli altri sette giocatori della rotazione titolare. Si tratta di Andrea Locci, centro di due metri, classe ‘93, da due stagioni all’Acmar Ravenna.

Raccontaci la partita con Empoli. Hai annullato il loro miglior giocatore, Ravazzani.

«Sapevamo che l’avrebbero messa sul piano fisico, come era già accaduto all’andata. Hanno cercato di spezzare il nostro gioco e di farci perdere la testa, usando un po’ tutti i mezzi. Direi che siamo stati abili a non cadere nel trabocchetto. E soprattutto a neutralizzare Ravazzani, il miglior rimbalzista del campionato».

Sei qui da due stagioni e in un anno hai fatto un bel salto di qualità.

«Devo molto a Lanfranco Giordani che mi ha allenato già nelle giovanili a Cervia. Ha sempre dimostrato di credere in me, quindi cerco di ricambiare la sua fiducia. Sono in un gruppo dove tutti mi danno una mano e dimostrano fiducia in me. E con Giordani mi sento molto più sicuro nei miei mezzi».

Il fatto che sia un gruppo di giovani per te è un vantaggio?

«Essere molto vicini di età è una bella cosa, ci troviamo bene insieme dentro e fuori dal campo. Poi quando hai compagni come Rivali, che ti mettono in condizione di incidere anche quando non sei al massimo, non puoi chiedere di più».

Per quelli che ancora non ti hanno visto al PalaCosta, chi è Andrea Locci?

«Ho finito l’istituto per geometri l’anno scorso e quest’anno mi sono preso un anno sabbatico in attesa di decidere il mio futuro, che comunque non sarà sui libri. Come giocatore non credo di essere un fattore determinante in attacco, ma esprimo le mie doti migliori nel gioco difensivo. Mi hanno sempre detto che ho una buona visione di gioco e questo mi aiuta. Caratterialmente tendo ad avere poca fiducia in me stesso e a volte questo mi condiziona. Però sono anche un giocatore poco egoista, che piuttosto che prendersi un tiro, preferisce fare un bel passaggio a un compagno».

Domenica c’è il derby con Rimini. Tu come lo vivi?

«È una bella sfida perché siamo entrambe squadre molto giovani. Tra le loro fila, poi, ci sono giocatori come Brighi, di cui sono stato compagno di squadra un paio d’anni, quindi è una sfida nella sfida. Infine credo che a loro bruci ancora l’eliminazione ai play off dell’anno scorso, e poi è un derby, quindi sarà una gara durissima».

Stefano Pece


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