Volano Ravenna e Acmar – Parla Bottaro, il Portafortuna: “La mossa vincente? Affidarsi a tecnici locali”.
Giorgio Bottaro, direttore generale di Acmar e Ravenna, è il talismano di basket e calcio. Da quando c’è lui nella stanza dei bottoni, le due squadre cittadine sono imbattute e stanno volando in vetta alle rispettive classifiche.
Bottaro, come si sta con la patente di portafortuna?
“Il sottoscritto c’entra poco. Porta molta fortuna fare le scelte giuste sulle persone e sui programmi”.
Risposta diplomatica. “Però è la verità” .
D’accordo, e domenica si giocano Marignanese – Ravenna e Acmar – Cento. Si va sul velluto… “Sono sicuro che questa intervista porterà molta sfortuna”.
Non sia così catastrofico. “Lo dicono le statistiche e anche i numeri. Prima o poi si perde. Dunque sono conscio del rischio che corro. La differenza la può fare anche la determinazione dell’avversaria. Non dimentichiamo che, chi sta dall’altra parte del campo, si allena tutti i giorni con un obbiettivo. Batterci”.
Sta di fatto che lei è il dg delle due capolista. E molti vorrebbero essere al suo posto. “La fortuna non è prerogativa di una sola persona. Ogni giorno lavoro con collaboratori e colleghi dotati del mio stesso entusiasmo”.
Oltre ai numeri, ci sono altri parallelismi tra basket e calcio? “Nel calcio ho notato una gran voglia di ricostruire. Persone come Brunelli e Bartolini, nonché aziende come Arco Lavori, hanno sposato la causa con grande trasporto”.
E nel basket? “C’era da maturare un passo importante: scoprire noi stessi. Lo spunto è arrivato dal settore giovanile, capace di contare 370 ragazzi. Questo è stato il motore: dare una connotazione locale alla squadra, grazie anche all’entusiasmo del presidente Vianello”.
C’è una scelta strategica che lega le due realtà? “Il manico. Ci siamo affidati a due tecnici indigeni come “Lupo” Giordani e Angelo Affatigato”.
Due allenatori aziendalisti e votati alla causa. “Si tratta di due personaggi che conoscono benissimo i rispettivi ambienti. Affatigato ha indossato la maglia giallorossa sino a qualche mese fa. Giordani invece aveva già allenato questa squadra”.
Ma in campo ci vanno i giocatori. Facciamo dei nomi. “Le immagini più belle che ho, da una parte sono quelle di Magari, classe ’92, e di Ricci Maccarini, classe ’95, i due difensori esterni del Ravenna. E dall’altra sono le torri dell’Acmar, Cicognani, classe ’92, e Locci, classe ’93. Giovani e ravennati. Non credo ci sia molto da aggiungere”.
Un progetto tecnico “locale” ha però bisogno di un valore aggiunto…forestiero. “Per far lievitare la qualità dei giovani servono effettivamente le persone giuste al posto giusto. Nel Ravenna c’è Roma, capace di dare i tempi alla squadra. Nell’Acmar c’è Rivali”.
Arrivare a Natale “imbattuto” non è una utopia. “E’ un obbiettivo ambizioso, ma i campionati si decideranno a primavera”.
Peccato solo per la Robur, fanalino di coda in A1. “Il volley resta un punto di riferimento per lo sport cittadino e un esempio da seguire. Passione, peso, competenza e tradizione fanno la differenza. Il momento tecnico è congiunturale, ma ne possono venire fuori, perché l’entusiasmo c’è. Sono sicuro che presto arriveranno anche quelle soddisfazioni che finora sono mancate. Un consiglio? Lavorare oggi pensando al futuro”.
Roberto Romin Da “Il Resto del Carlino”