Ciocca: “L’Acmar ha posto le basi per aprire un ciclo
A poco più di due settimane dalla fine della stagione dell’Acmar Ravenna è il turno di coach Cesare Ciocca a stilare il bilancio della stagione.
Cesare, smaltita l’amarezza per l’eliminazione in semifinale?
“Sono sereno perché siamo consci di aver dato il massimo e che più di così questo gruppo non poteva fare, anche se credo che se fossimo andati in finale non avremmo rubato niente. Ci sono la serenità e la voglia di pensare già alla prossima stagione perché abbiamo posto le basi per far sì che questo sia solo l’inizio di un ciclo, indipendentemente da quelli che saranno gli obiettivi della società, perché capisco che è un momento difficile dal punto di vista economico, soprattutto perché il presidente è solo”.
Ripercorriamo un attimo la stagione appena conclusa.
“Dopo la partenza di Bocchini, abbiamo dovuto fare una stagione intera senza una figura fondamentale. Grazie all’impegno di collaboratori come Minghetti e De Giuli siamo riusciti a fare una grande stagione, in cui anche io ho svolto compiti “da gm” come l’accordo con Cesenatico e la costruzione della. L’amalgama di un nuovo gruppo ha richiesto tempo; la squadra doveva trovare i propri equilibri, sicuramente non aiutata da sette trasferte consecutive. Abbiamo sbagliato solamente la partita di Spilimbergo e una parte di partita con Roncade e una volta che ci siamo conosciuti e che i nuovi hanno assimilato il mio sistema abbiamo centrato 10 vittorie in 12 partite”.
Poi, turning point della stagione, è arrivato l’infortunio di Alessandro Davolio.
“Nel mese di febbraio sono capitate tante cose, come i rinvii per neve e l’infortunio di Bosio. E’ stato un periodo durissimo: speravamo che il recupero di Davolio risolvesse tutti i nostri problemi ma quando Alessandro è rientrato e non è stato, a causa dell’infortunio che l’ha costretto al ritiro, in grado di darci quello che ci aspettavamo, la squadra si è rimboccata le maniche e si è compattata per andare avanti e lavorando il doppio siam riusciti, a centrare il nostro obiettivo, grazie anche alla pazienza e alla tranquillità che il presidente ha saputo darci. Al compattamento della squadra fa anche riscontro un lavoro incredibile del mio staff: Gianluca Sacchi mi ha supportato in tutto e devo ringraziarlo di cuore e un grazie speciale lo merita anche lo staff medico, il dottor Lambertucci, il preparatore atletico Ercolessi e il massaggiatore Babini, che hanno fatto un lavoro eccezionale”.
Dopo che la squadra si è compattata, sono arrivati il sesto posto e poi degli ottimi playoff.
“La squadra è andata avanti su quelle che erano le idee, cioè giocare pallacanestro di sistema, esprimendo un gioco di qualità; questo ci ha permesso di vincere la serie con Rimini, a mio avviso meritatamente perché abbiamo espresso un gioco, dal punto di vista tecnico, migliore, al di là dell’episodio del canestro di Amoni. Questo ha creato un grande entusiasmo che ha fatto riempire ancora di più le tribune del Pala Costa: è una cosa che m’inorgoglisce perché era quello che avevo promesso durante la conferenza in cui sono
stato presentato l’anno scorso. Negli ultimi due playoff abbiamo sempre fatto il pienone in casa, ancora più che in regular season dove i tifosi erano già numerosissimi, e voglio sottolineare anche il seguito che abbiamo avuto nelle due trasferte di Corno di Rosazzo”.
In semifinale non hai potuto contare su Giacomo Cicognani che, molto probabilmente, disputerà gli Europei Under 20.
“Per me è motivo di orgoglio enorme ma anche un po’ di rammarico: Giacomo è stato fermo due mesi e mezzo lo scorso anno e quest’anno non ha praticamente giocato. Deve coltivare il suo talento e recuperare il tempo che ha perso: sicuramente la convocazione riempie di gioia sia me che il presidente e va condivisa con tutto lo staff e col ragazzo che c’ha messo tanto del suo, raggiungendo un traguardo storico perché sarà il primo ragazzo di Ravenna in Nazionale ed è una cosa che ci rende davvero orgogliosi”.
Dove sarai il prossimo anno?
“C’è un accordo verbale con il presidente perché io possa rimanere, per me le parole di Roberto Vianello valgono più di una firma. L’ultima parola spetta a lui ma io mi sento pronto ad affrontare un altro anno, qualunque siano gli obiettivi che la società intenda perseguire, perché a Ravenna in questi due anni sono stato come a casa, grazie alle persone che ho incontrato, sono stati due anni importanti e belli e sicuramente le 28 vittorie su 34 raccolte al Pala Costa testimoniano di un lavoro importante svolto che può far diventare Ravenna una società di riferimento per le altre”.
Riccardo Sabadini
da “La Voce di Romagna”