Amoni suona la carica: “Acmar, serve più qualità nelle piccole cose”
Chi se l’aspettava diversa è rimasto deluso: gara 1 dei quarti di finale è stata la classica sfida da playoff, dura, intensa, con le difese a prevalere sugli attacchi. L’Acmar se l’è giocata fino alla fine e a poco più di un minuto dalla fine ha avuto anche la palla per passare avanti, con la tripla di Filattiera sputata dal ferro; il resto lo hanno fatto Bruni e Amadori, i killer dei giallorossi in questo primo episodio. Chi sicuramente non ha rispettato le aspettative è stato Francesco Amoni: il lungo ex Scafati si è fermato a due soli punti dal campo frutto di ½ e 5 rimbalzi, troppo poco per chi per lunghi tratti di stagione ha trascinato, assieme a Filattiera e Quartieri, i suoi compagni. A dirla tutta, Francesco è sceso in campo con un problema al ginocchio che lo avrebbe dovuto tenere ai box. “Il ginocchio gonfio – commenta Amoni – mi ha limitato notevolmente, la fasciatura mi bloccava e non riuscivo ad essere fluido nei movimenti: il dottore mi aveva detto di star fermo 5 giorni ma io dopo solo due ero in campo: ho corso un rischio e purtroppo le mie precarie condizioni non mi hanno permesso di fare meglio, anche se sono certo che mercoledì starò molto meglio. I Crabs inoltre sono stati bravi nel preparare la partita contro di me, impedendomi di ricevere palla”.
La chiave della partita è stata sicuramente, oltre al tiro da tre punti, la grande intensità della difesa riminese che nel finale è riuscita ad ofuscare i bizantini, arrivati alle battute decisive un po’ in debito d’ossigeno. “Il loro unico modo di vincere – prosegue Francesco – era quello di cercare di metterla sul piano della bagarre, alzando al massimo l’intensità. Noi non abbiamo ancora capito che per vincere questo genere di partite dobbiamo fare le cose semplici che sappiamo fare meglio, giocando di squadra e non perdendoci in personalismi inutili; sul piano della bagarre abbiamo tutto da perdere, dobbiamo sfruttare la nostra qualità superiore”.
Inevitabile pensare poi a quello che succederà in gara 2, dove l’Acmar con le spalle al muro dovrà tirare fuori tutto quello che ha se non vuole concludere anticipatamente la sua stagione. “I Crabs giocheranno come in gara 1 – conclude l’ala-pivot umbra – cercando di spezzare i nostri giochi: noi dovremo migliorare nell’atteggiamento mentale, facendo un passaggio in più per mettere il compagno in condizioni migliori, aumentando la qualità dei blocchi e sfruttandoli meglio mentre dobbiamo ripetere l’approccio alla partita, deciso e concentrato”.
Riccardo Sabadini
da “La Voce di Romagna”