L’Acmar sta vivendo un momento difficile

E’ amara la regata sul Garda dell’Acmar e ora la classifica tra l’alta zona playoff e i playout sempre più compatta. Sono sette squadre, concentrare in quattro punti, quelle che ambiscono al quarto posto e quelle che vogliono evitare la seconda fase che potrebbe costare la retrocessione in DNC.

Ravenna è ora sesta a quota 24 con una partita da recuperare rispetto alle avversarie dirette (giovedì alle 20 al PalaCosta contro Marostica) ma con un bilancio recente in rosso.

Nelle ultime cinque partite disputate, sono arrivati quattro ko, tutti esterni, con un progressivo scadimento del rendimento difensivo (184 punti subiti nelle ultime due partite), per tutto il girone d’andata punto di forza romagnolo, anche se l’attacco è più efficace.

Contro i trentini il piano partita (tenere attorno a quota 65 punti il secondo attacco del girone) era stato rispettato per la prima metà di gara (35-36). Poi la benzina ravennate si è esaurita, è cresciuto il nervosismo, anche dettato da alcune decisioni arbitrali sfavorevoli come i tecnici a Amoni e Filattiera che hanno spianato la strada alla Gs. “L’approccio è stato buono, migliore che contro Udine – sottolinea l’assistent coach – mantenendo inizialmente i ritmi bassi e concedendo solo 15 punti nei primi dieci minuti. Purtroppo non siamo riusciti a mantenerlo per tutto l’arco dei quaranta minuti contro una squadra che fa del contropiede la sua arma migliore. Soprattutto nel terzo quarto sono andati via nel punteggio ma siamo in recupero. Cicognani ha fatto 14 punti in 23’, Davolio ha dettato i giusti ritmi alla squadra, ma il problema alla caviglia lo condiziona, tutti i lunghi hanno avuto buoni momenti nell’arco della partita. Non è mia abitudine criticare il metro arbitrale ma soprattutto Amoni che per noi è un giocatore fondamentale in questo periodo, ha giocato solo 15’ perché condizionato dai falli. Giovedì ospitiamo Marostica che ha perso soli due punti con la capolista Ferrara e ha surclassato Civitanova e vogliamo ripartire con una vittoria”.

Agostino Galegati

Da “Corriere di Romagna”