• 04/03/2012
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Gsa Udine – Acmar Ravenna 96-85

Gsa Udine – Acmar Ravenna 96-85

(24-23, 43-54, 68-66)

Udine: Laezza 15, Budin 16, Michelon, Confente 33, Metz 8, Vecchiet 6, Bossi ne, Paunovic, Principe, Gonzo 18. All. Medeot

Ravenna: Filattiera 20, Zambrini 11, Davolio 6, Amoni 2, Frigoli ne, Cicognani 6, Morigi, Barbieri, Sanlorenzo 2, Quartieri 18. All.Ciocca

Arbitri: Michele Canazza di Solesino (Pd) e Chiara Maschietto di Treviso

Note: T2: Ud 22/39, Ra 21/42; T3: Ud 9/19, Ra 14/26; Tl: Ud 25/27, Ra 1/1.

Spettatori: 200 circa

“Se qualcosa può andare male, lo farà”. Prendiamo in prestito la celeberrima “legge di Murphy” per parlare di Gsa Udine – Acmar Ravenna nono turno di ritorno del campionato di DNB girone B, che la squadra romagnola ha perso per 95-86.

Una partita fatta di parziali e controparziali, che Ravenna ha condotto per lunghi tratti e nella quale alle volte ha dovuto prestare il fianco a una Gsa davvero in palla. Sulla linea del traguardo passa prima Udine, brava a mettere insieme il parziale decisivo a ridotto della sirena finale, dopo essere rimasta dentro alla partita con le unghie e con i denti, con un grandissimo Confente e con l’enorme mole di tiri liberi (27-1 il differenziale, frutto di 22 falli fischiati a Ravenna a fronte di 11 subiti) avuta a disposizione. Non inganni il punteggio. L’Acmar ha dato quel che aveva, limitata dagli infortuni è stata più volte in controllo, e l’impressione che ha dato è quella di una squadra a un passo dal punto di svolta. Ravenna d’altra parte, non sta vivendo uno dei suoi momenti migliori dal punto di vista fisico. E’ ancora senza Bosio, sta inserendo Cicognani dopo otto mesi di inattività e ha ritrovato proprio al Carnera il suo capitano, Alessandro Davolio, dopo due mesi precisi di assenza per l’infortunio al legamento astragalico anteriore della caviglia sinistra. Infortuni e un calendario difficile, dicevamo, per un’Acmar alla seconda di tre trasferte difficili e consecutive, tra Fossombrone, Udine appunto, e Riva. Chi s’aspettava un’Acmar arrendevole però, sbaglia di grosso. I giallorossi ci provano, lottano, si ribellano a un destino che li vuole condannati a soccombere di fronte alle triple di Confente e alla maggiore profondità di Udine. A condannarli, allora, è stata la puntualità con la quale la Gsa ha replicato, colpo su colpo, agli assalti giallorossi, fino all’episodio finale che ha cambiato inevitabilmente il corso delle cose.

Si vive di parziali, di spallate. La prima arriva, decisa, da Confente e da Budin, in arrivo di secondo periodo: la Gsa scappa sul 32-23 e poi sul 36-26, prima che i “soliti” Amoni, Filattiera e Quartieri scuotano l’Acmar. L’esterno monzese con cinque punti quasi consecutivi rianima Ravenna (40-33 al 16’), la difesa di squadra e i passaggi di Davolio costruiscono, Amoni finalizza con 16 punti nel solo secondo quarto. Il parziale giallorosso è di quelli clamorosi, 0-18 e poi 3-21. Il sorpasso e il +11 dell’intervallo, suggellato dalla bomba di tabella che Quartieri tira da centrocampo è davvero esaltante.

Udine però è squadra vera, che col roster attuale può legittimamente pensare di valere un posto nella top five del campionato, e rimonta lenta ma costante: Confente martella dalla lunga distanza, Metz, inserito solo al 24’ da coach Medeot, fa la differenza e trova in area i canestri del pareggio e del sorpasso, mentre l’Acmar si trova a dover fare fronte ai problemi di falli di Filattiera (tre) e Barbieri (quattro). Metz pareggia a quota 66, Budin sorpassa a fil di sirena (68-66 al 30’).

Quartieri e Amoni replicano per Ravenna, l’Acmar vola nuovamente avanti al 34’ (72-79, poi 75-81 al 36’), ma ancora una volta Udine risponde. Confente guadagna con furbizia un fallo sul tiro da tre punti e dimezza alla lunetta lo svantaggio, poi va ancora a segno dalla lunga distanza per il pari e per il +3; Budin lo imita dall’angolo, pestando però la riga. Il totale fa 11-0, e Ravenna si ritrova sotto di 5 a 2’ dalla fine. Qui c’è un’altra svolta. Un fallo non fischiato su Amoni, che finisce disteso in mezzo all’area udinese a 100” dalla fine fa saltare i nervi all’ambiente giallorosso: ne fa le spese Davolio, che prima si vede fischiare un fallo tecnico dall’arbitro Canazza e poi viene addirittura espulso. Per Laezza arrivano sei liberi consecutivi, tutti a bersaglio. Game, set and match Udine. Per Ravenna, travolta nel finale, quando la spia della riserva era forse già accesa, ancora tanto rammarico, ma anche la consapevolezza che il momento più duro è stato forse superato, e che andando avanti così la ruota girerà. Ed è da qui che si deve ripartire per la delicata trasferta di domenica prossima sul campo di Riva del Garda.

Miro De Giuli

Ufficio Stampa

Acmar Basket Ravenna Piero Manetti

 


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